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Pescara, 04/07/2025
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Data: 08/07/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Inps: sei milioni di persone con pensioni troppo basse. Il presidente Boeri: il 38% prende meno di mille euro, l’assegno medio è 1.464. Ok al jobs act, ora legge sulla previdenza. I sindacati: non è agenzia governativa

ROMA Il Jobs act funziona. A dirlo è il presidente dell’Inps Tito Boeri che, presentando alla Camera il rapporto annuale sulla previdenza, promuove quanto fatto dal governo sul lavoro, specie nel contrasto alla disoccupazione giovanile. Con le nuove regole, spiega, «si è davvero finalmente pensato ai giovani e al loro ingresso nel mercato del lavoro». Da questo punto di vista, assicura, il 2015 è stato «un anno di grande cambiamento». Secondo i dati Inps, il numero dei contratti senza una data di scadenza è aumentato complessivamente del 62% e per i giovani con meno di 30 anni questa percentuale sale al 76%. Se un plauso al governo Renzi arriva sul fronte del lavoro, continuano però ad essere dolenti le note per quel che riguarda la previdenza. I numeri parlano chiaro. I pensionati gestiti dall’Inps sono oltre 15,6 milioni, per un assegno medio mensile di 1.464,41 euro e un importo complessivo annuo del reddito pensionistico di 275,258 miliardi di euro. Tra questi quasi 6 milioni di persone (il 38% del totale) percepiscono meno di 1.000 euro al mese su 12 mensilità, e l’importo cala sensibilmente, sotto i 500 euro al mese, per 1,6 milioni di cittadini. Sono invece poco più di un milione a beneficiare di un assegno superiore a 3.000 euro e corrispondono al 6,5% del totale. Serve quindi una riforma organica, anche sulla flessibilità in uscita. Sarebbe «paradossale - avverte Boeri - che il confronto in atto fra governo e sindacati si concludesse ancora una volta con interventi estemporanei e parziali». Come il part time agevolato per chi è a meno di tre anni dalla pensione di vecchiaia. «Si tratta di una partenza lenta», spiega Boeri, mentre il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti invita ad aspettare “tempi congrui” per valutare l’intervento. Una bocciatura da parte dell’Inps arriva anche quando si apre il capitolo esodati. I correttivi alla legge Fornero, a partire dalle 7 salvaguardie «appaiono molto costosi e inadeguati - spiega Boeri - e hanno eroso fino a un sesto dei risparmi conseguiti dalla riforma del 2011». La relazione non convince, però, i sindacati. L’Inps «è un ente strumentale dello Stato, e tale deve restare, non un’agenzia più o meno governativa. Ci saremmo aspettati - attacca la Cgil - puntuali indicazioni sui conti economici, sulla trasparenza e correttezza delle procedure, sulla necessità di dare un futuro previdenziale solido ai giovani lavoratori. Invece nulla di tutto questo». Molto critico anche il segretario generale Uil, Carmelo Barbagallo: «Il fatto che il presidente dell'Inps si occupi di tutto tranne che della previdenza mi dà fastidio. Ho l’impressione che l’Inps si occupi più del governo che di pensioni».

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