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Pescara, 04/07/2025
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Data: 31/07/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Di Rocco, una croce quell'addio alla Cgil

LANCIANO È stata restituita ai familiari la salma di Marco Di Rocco, 51 anni, sindacalista, ex segretario della Fiom Cgil che si è tolto la vita venerdì, gettandosi sotto il Frecciabianca proveniente da Taranto nella stazione di Porta Nuova a Pescara. L’autopsia, disposta dalla Procura, è stata eseguita ieri dal medico legale Giuseppe Sciarra. Solo dopo i familiari hanno potuto organizzare le esequie che si terranno lunedì, alle 17, nella chiesa di Sant’Antonio. Secondo le indagini della Polfer, diretta da Davide Zaccone, il macchinista del treno non ha potuto evitare l’impatto con Di Rocco, che era fermo sui binari e rivolto di schiena al convoglio. Il treno non viaggiava a una velocità sostenuta e i meccanismi di frenata sono stati attivati. Purtroppo, però, non c’è stato nulla da fare. Il suo gesto segue un periodo di grande sconforto e difficoltà personali. Il sindacalista, molto conosciuto e stimato in città, importante punto di riferimento nell’ambito sindacale della provincia, dove per anni ha ricoperto l’incarico di segretario della Fiom, da mesi non lavorava più per l’organizzazione sindacale. Probabilmente questo distacco, assieme ad altre vicissitudini personali, ha contribuito al suo malessere. Ultimamente Di Rocco si era impegnato attivamente nella campagna elettorale a sostegno del sindaco Mario Pupillo, ma chi lo ha frequentato da vicino racconta di momenti bui, improvvisi silenzi e assenze lunghe giorni e apparentemente inspiegabili. Con molta probabilità il gesto estremo era stato maturato da tempo. Numerosi i ricordi di chi lo ha amato e apprezzato da uomo e sindacalista. Per l’attuale segretario della Fiom Chieti, Davide Labbrozzi, era «un fratello». «È stato un esempio di orgoglioso impegno sindacale, si è sempre contraddistinto per la passione e la forza con cui ha affrontato le varie vertenze», lo ricorda Sel-Si. «Spesso con Marco abbiamo discusso e talvolta polemizzato ma mai era chiuso e indisponibile al confronto», dicono da Prc, «siamo stati al suo fianco nelle battaglie portate avanti sul territorio e in Sevel. Vertenze che hanno unito tanti lavoratori per la salvaguardia del posto di lavoro, del salario, della salute. La sua tragica morte deve interrogarci tutti su quanto sia importante la solidarietà e non lasciare mai nessuno solo».

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