Il rischio è che il Campidoglio, ad appena dieci giorni dal varo dell'assestamento di bilancio, sia costretto ad approvare in tutta fretta una nuova manovra per consentire all'Atac di avere i fondi per la manutenzione di metro e tram. Almeno la prima tranche da 18 milioni, quella più urgente e ormai improcrastinabile, sui 58 complessivi previsti dal piano industriale dell'azienda. Il «pasticciaccio» di via Prenestina, nel senso del quartier generale della municipalizzata dei trasporti, rischia di avere risvolti ancora più accidentati, per la giunta M5s, dell'emergenza rifiuti. Perché l'Atac, in una missiva inviata in Campidoglio a fine luglio, ha messo nero su bianco che senza gli interventi, sulla metro A già da settembre calerà la mannaia: corse ridotte «fino al 40%» entro la fine dell'anno. Il carteggio nel frattempo è continuato. E nelle ultime missive spedite dai vertici della partecipata e protocollate in Comune si accenna a una data ormai preoccupantemente vicina: «il 15 agosto». Altro che festa, rischia di essere la data cruciale per capire se, tra qualche settimana, i trasporti romani saranno in grado di reggere la riapertura di scuole e uffici oppure bisognerà prepararsi al tracollo.
Perché Ferragosto è così importante? Perché per rimettere in sesto la linea A(e i suoi treni ormai deteriorati) serve tempo. Almeno un mese di lavori. Quindi se i cantieri non partiranno entro la metà del mese, è praticamente impossibile evitare la riduzione delle corse a metà settembre.
IL FLOP
Va detto che questa disperata corsa contro il tempo si sarebbe potuta evitare. I 58 milioni erano già stati stanziati dal Campidoglio tanto che i lavori avrebbero dovuto partire a giugno. Poi però, causa elezioni, i finanziamenti sono stati congelati. Avrebbero potuto essere re-inseriti nella manovra di assestamento approvata dal M5s a fine luglio. Ma l'assessore Linda Meleo, ricercatrice di un'università telematica ingaggiata dalla giunta Raggi per gestire una delega pesantissima come quella dei Trasporti (e infatti subito affiancata, o «commissariata» come dice qualcuno, dal presidente della Commissione Mobilità, Enrico Stefano) ha insistito per chiedere ad Atac di rivolgersi alle banche e ottenere un nuovo prestito. Senza considerare, forse, che sui bilanci della partecipata già gravano 1,3 miliardi di debiti. E infatti gli istituti di credito hanno risposto picche, non concedendo all'azienda di spalmare fino al 2019 i debiti accumulati, come invece aveva caldeggiato una delibera del Campidoglio approvata lo scorso 3 agosto proprio su indicazione della Meleo.
MANOVRA IN EXTREMIS
E così oggi, come nel gioco dell'oca, si torna al punto di partenza. E nelle discussioni riservate, in cui è coinvolto per competenza anche l'assessore al Bilancio, Marcello Minenna, si torna a parlare di una nuova manovra di assestamento per trovare i fondi. Il problema è che le risorse vanno trovate subito, entro Ferragosto appunto, come riportano i continui Sos lanciati dall'azienda. Serve una strategia, anche per questo è sceso in campo direttamente Minenna, uomo forte della giunta pentastellata. Servono soprattutto, risposte rapide. Meno «social» dei blitz nei depositi dei bus, ma decisamente più risolutive.