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Pescara, 04/07/2025
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18/09/2016
Il Centro
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Operaio Ilva schiacciato da un carrello. Taranto, la vittima è Giacomo Campo, 25 anni. Mattarella: «Ferita per l’Italia». Metalmeccanici, sciopero generale |
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ROMA Morire a 25 anni, schiacciato tra il rullo e il nastro trasportatore all’Ilva di Taranto sotto gli occhi dei compagni di lavoro e dello zio. Giacomo Campo è l’ultima vittima sul lavoro di una strage che continua malgrado i fiumi di parole sulla sicurezza che non c’è ma arriverà. Erano le 7 di mattina quando questo giovanissimo operaio della ditta di appalto Steel Service, ha perso la vita stritolato negli ingranaggi nell’area esterna dell’Afo4. Doveva essere un’operazione di routine di manutenzione dell’impianto, si è trasformata in uno spaventoso incidente del quale al momento non sono ancora chiare le cause. Quel che è certo invece che dall’inizio dell’anno sono 500 i lavoratori morti. E che i dati Inail confermano che nel 2015 c’è stato un incremento del 10% sull’anno precedente delle morti bianche. «Un dato inaccettabile che rappresenta una situazione drammatica, queste morti non sono mai la conseguenza della fatalità ma sempre della mancanza di rispetto della impresa per le procedure e le regole di sicurezza», accusano i sindacati dei metalmeccanici sottolineando come i subappalti e la precarietà lavorativa peggiorino le condizioni. Mercoledì prossimo Fim, Fiom e Uilm hanno proclamato uno sciopero in tutta Italia per chiedere che il nuovo contratto di lavoro affronti il tema della sicurezza «perché il diritto alla vita di un lavoratore è un bene assoluto che nessuno può cancellare». Parole dure le pronuncia anche il capo dello Stato turbato dal susseguirsi degli incidenti. «Ogni morte sul lavoro costituisce una ferita per l’Italia e una perdita irreparabile per l’intera società. Non è ammissibile che non vengano adeguatamente assicurate garanzie e cautele per lo svolgimento sicuro del lavoro», il commento indignato di Sergio Mattarella. La dinamica dell’ennesimo infortunio nello stabilimento siderurgico pugliese non è ancora chiara. La stessa Ilva, nell’esprimere cordoglio ai familiari dell’operaio, ha riferito che il nastro, danneggiato a seguito di un taglio longitudinale, era stato fermato nella notte per consentire l’intervento di riparazione e, «come da procedura aziendale», era stato «privato di alimentazione elettrica». Qualcosa però non ha funzionato. I sindacati ipotizzano un problema di natura meccanica. Le complesse e strazianti operazioni di recupero del corpo da parte dei vigili del fuoco sono durate oltre sette ore. Sul posto anche i tecnici dello Spesal e i carabinieri. L’area è stata interdetta dalla magistratura, che ha aperto un’inchiesta per accertare le responsabilità. Le segreterie Fim, Fiom, Uilm e Usb in maniera congiunta hanno proclamato da mezzogiorno uno sciopero dei lavoratori dell’Ilva che proseguirà fino alle 7 di oggi. In seguito i sindacati, che da settimane denunciano difficoltà organizzative, problemi di sicurezza negli impianti, e la carenza di dispositivi di protezione individuale nell’area a caldo come le tute ignifughe e caschi, sono stati convocati in prefettura per un incontro cui ha partecipato il viceministro allo sviluppo economico Teresa Bellanova. «C’è una necessità urgentissima - ha chiarito Bellanova – di comprendere come sia potuta accadere questa tragedia. In questa direzione siamo già impegnati con i vertici dell’azienda». Si tratta del settimo incidente mortale dal sequestro dell’area a caldo, il quarto da quando l’azienda è commissariata, ma dall’apertura del centro siderurgico secondo alcune fonti sarebbero circa 500 i decessi. Al problema sicurezza si aggiunge per Taranto l’emergenza sanitaria e ambientale. Durissimo il commento, postato su Facebook, del presidente della Regione Puglia Michele Emiliano: «La fabbrica è troppo vecchia e insicura. Ci ha portato ancora una volta via un giovane di soli 25 anni. Il dolore della Puglia - ha detto Emiliano - diventa rabbia incontenibile. La vergogna ricada su chi ha impedito per legge alla Magistratura di pretendere la messa in sicurezza dello stabilimento con legge dello Stato».
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