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Data: 18/09/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Mare, mercatino e pini: quanti autogol per Alessandrini

Era partito bene. Aveva tutte le carte in regola per piacere Marco Alessandrini, con la sua faccia da bravo ragazzo e la sua storia familiare. Eppure e sue mosse, quantomeno le più incisive, si trasformano spesso in un boomerang. Lo scorso anno c'è stata la vicenda balneabilità, poi il trasferimento del mercatino etnico che ha tenuto banco per un'estate intera. E ora il taglio degli alberi consegna all'immaginario nazionale le sembianze un sindaco Attila. Un'azione concepita dal primo cittadino pescarese con uno scopo nobile e rivolta al benessere degli interessi di una comunità, finisce per dar luogo a una vera e propria rivolta. In una parola Alessandrini, spesso, con le sue scelte finisce per farsi male da solo e per trasformare in debolezza quelli che dovrebbero essere dei punti di forza.
Un problema di comunicazione. Perché il primo cittadino diventa impopolare, pur facendo scelte giuste? «Nelle azioni di visibilità - spiega un guru del calibro di Franco Pomilio - ci sono tre passaggi chiave: selezione, reazione e visione. Lo step della selezione consiste nel non prendere di petto situazioni e problematiche che andrebbero affrontate di striscio. Poi c'è la reazione della comunità ad un'azione, che se non accuratamente selezionata, sposta il piano e finisce per trasformare in negativo anche l'attività migliore. Infine la visione è fondamentale, perché se ci si sofferma su un punto ma non si considera l'insieme, la cornice, non si intercetta il pensiero della collettività, che ti punisce». In sostanza Alessandrini, vuoi per tenere insieme tutti i pezzi della sua amministrazione vuoi perché, forse, è mal consigliato, non riesce a trasmettere la visione delle sue azioni a tutta la cittadinanza, anticipando e prevenendo quelle che potrebbero essere le loro obiezioni.
«Occorre - ribadisce Antonello Canzano, ordinario di Sociologia dei processi politici dell'Università d'Annunzio - un maggior coinvolgimento dei cittadini nei processi decisionali, perché in un momento di crisi identitaria come questo, è importante non colpire i simboli e gli affetti di una città, come il mare o i pini. Alessandrini avrebbe dovuto spiegare ai cittadini i problemi dei pini e coinvolgerli direttamente nel processo decisionale, condividendo con loro un percorso di formazione e informazione, per cui sarebbero stati loro stessi a suggerire, magari, il taglio dei pini che oggi è sotto accusa». Per la serie bravi sindaci non si nasce e parafrasando Totò, neanche lui lo nacque.

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