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Pescara, 15/05/2025
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Data: 23/05/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Congresso Cisl Abruzzo Molise. Il Pil cresce, il lavoro no giovani nell'emergenza

PESCARA L'Abruzzo non è un paese per giovani, citando il film di Giovanni Veronesi, ma una regione che ha visto dissolversi, negli ultimi vent'anni, più della metà della forza lavoro compresa fra i 15 e i 34 anni. Fenomeno caratterizzato da un doppio trend negativo: il calo demografico e la fuga dei giovani all'estero. Ieri il segretario generale uscente della Cisl Abruzzo Molise, Maurizio Spina - che dopo 11 anni lascia la guida del sindacato per passare il testimone a Leo Malandra - è partito da qui aprendo il congresso interregionale di Vasto: «Le nostre regioni rischiano un progressivo impoverimento del proprio capitale umano - ha messo in guardia Spina - con gravi difficoltà di ricambio generazionale». Per la persona, per il lavoro era appunto il grande tema del congresso interregionale Cisl che si chiuderà oggi all'Hotel Plaza di Vasto con l'intervento del segretario nazionale Annamaria Furlan e l'elezione del nuovo Consiglio generale. Intanto il sindacato ha colto l'occasione per mettere a fuoco le iniziative legate alle politiche attive e passive sul lavoro e offrire nuovi spunti di riflessione ai due governatori dell'Abuzzo e del Molise, Luciano D'Alfonso e Paolo di Laura Frattura, presenti ieri ai lavori del congresso.
FLASHUn primo flash sulle dinamiche socio-economiche del territorio è arrivato dalla relazione dell'economista Pino Mauro: «I mezzi di trasporto si consolidano sempre di più e rappresentano ormai circa la metà degli scambi commerciali con l'estero». Questo, però, non basta per scrollarsi di dosso il fardello della grande crisi: «In Abruzzo - rileva ancora Mauro - l'andamento del Pil, che sembra avere connotati positivi anche nel 2016, e l'incremento dei livelli occupazionali, rappresentano segnali positivi per la crescita. Ma - avverte -, nel confronto con la fase pre-crisi gli indicatori economici mostrano ritardi e contraddizioni». Una delle maggiori difficoltà delle due regioni, secondo Spina, è quella di attrarre investimenti in un tessuto produttivo costituito per il 95% da piccole e piccolissime imprese: «I bilanci regionali dell'Abruzzo e del Molise non hanno stanziamenti sufficienti da destinare allo sviluppo e al sociale». Per il sindacalista è dunque necessario «utilizzare al meglio i finanziamenti europei e nazionali della programmazione 2014-2020 e fare attenzione alle nuove regole di contabilità». Ma il lavoro che non c'è deve restare il baricentro dell'azione quotidiana della Cisl, sottolinea ancora il segretario uscente. Discorso che vale per tutti: «All'orizzonte non si vedono costruttori illuminati e impegnati. I partiti mostrano gravi limiti nella elaborazione di un nuovo progetto, perdono consensi, sono meno radicati tra la gente e anche le istituzioni internazionali sono meno credibili». Tornando al lavoro che non c'è, soprattutto quello giovanile, Spina ha messo in guardia da alcune suggestioni che arrivano dal mondo della politica: «Abbiamo il dovere di spiegare ai nostri lavoratori quale concezione di società si nasconde dietro certe proposte, come quella del reddito di cittadinanza che i 5 Stelle individuano come diritto universale». Una tesi che a detta del sindacalista «sottintende l'impossibilità di riformare il capitalismo», mentre la Cisl (assieme a Cgil e Uil) indica un'altra via: «Il reddito di inclusione sociale, per sostenere in modo adeguato chi perde il lavoro impegnando nello stesso tempo lo Stato, la collettività e la persona stessa a cercare attivamente una nuova occupazione».
CALAMITÀSpina, che ha iniziato il suo intervento chiedendo un minuto di silenzio per le vittime del terremoto e del maltempo, si è soffermato sulle difficoltà in cui è nuovamente precipitato l'Abruzzo dopo gli eventi dello scorso gennaio. «Emergenze - ha detto - che hanno acuito il divario tra la costa e le aree interne». Nella prima giornata dei lavori, è stato toccato un altro grande tema: «Il futuro delle nostre regioni - ha osservato il sindacalista - deve essere in Europa. L'inserimento di Abruzzo e Molise nelle strategie Macroregionali è un obiettivo che segnerà il destino delle nostre comunità». La Cisl rilancia dunque il progetto della Macroregione Adriatico-Ionica e delle infrastrutture strategiche ad essa collegate, come il Corridoio Baltico-Adriatico e il Corridoio 5. Altri temi del congresso: i Poli d'innovazione e la politica delle riforme, partendo dall'integrazione socio-sanitaria che per il sindacato va attuata superando la problematica dei distretti-ambiti. Centrale, per la Cisl, anche il tema delle tasse, con la proposta di ridurre il peso fiscale che continua a gravare su cittadini e imprese, nonostante il riequilibrio dei conti della sanità e l'uscita dal commissariamento. Il sindacato sollecitata poi una vera riforma della Pubblica amministrazione delle due regioni, dove oggi mancano i piani di riorganizzazione. Ma i lavori del congresso, conclusi con l'intervento del segretario confederale della Cisl, Giovanni Luciano, hanno offerto anche altri spunti grazie ai dati forniti dall'ufficio studi del sindacato: in Abruzzo il tasso di natalità continua a scendere (7,6 per mille), attestandosi sotto la media nazionale, così come i fenomeni di non autosufficienza; si esce dalla famiglia più tardi, anche se si studia di più; cresce il numero degli anziani, imponendo al sistema welfare di adeguarsi alle nuove sfide.

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