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Data: 24/01/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Al voto tra veleni e dimissioni. D'Alfonso, D'Alessandro e Pezzopane la triade sul fronte Pd

PESCARA Rabbia, smarrimento, minacce di dimissioni di massa. Ci manca solo di vedere le barricate in strada, perché nel partito di Piero Grasso adesso è rivolta contro la decisione di Liberi e Uguali di catapultare in Abruzzo due candidati estranei al territorio, per altro blindati nei collegi plurinominali della Camera: la calabrese Celeste Costantino, attivista antimafia, ex militante di Rifondazione, piazzata al primo posto del listino nel collegio Pescara-Chieti, e l'avvocato molisano Danilo Leva, anche lui deputato uscente ma proveniente dal Pd, indirizzato in posizione sicura verso il collegio L'Aquila-Teramo e poi piazzato anche nel Collegio di Termoli (perché non si sa mai). Per la Costantino, candidata nella Circoscrizione Piemonte la scorsa legislatura, sembra invece un tabù la sua Calabria, dove nelle ultime ore è scoppiata un'altra grana in Leu per avere assicurato al deputato uscente del Pd Nicola Stumpo, vicino a Bersani, la doppia candidatura nei collegi blindati della regione.
Intanto in Abruzzo addio all'unico seggio parlamentare disponibile per il nuovo partito della sinistra. «Umiliati dopo anni di battaglie politiche», si legge nei due lunghi documenti indirizzati alla direzione nazionale di Liberi e Uguali dai referenti locali del partito. Nel Teramano il segretario provinciale di Articolo1-Mdp, Stefano Alessiano, ha già rassegnare le dimissioni. «Se sarà confermata la scelta di imporre dall'esterno i capolista del proporzionale in Abruzzo - si legge in un altro documento di fuoco spedito alla direzione nazionale -, vorrà dire che Liberi e Uguali si sarà rivelata l'ennesima operazione di ceto politico finalizzata solo al mantenimento di qualche posizione di prestigio». Seguono le firme dei coordinatori locali di Articolo1-Mdp, Tommaso Di Febo e Fabio Ranieri; del capogruppo in Regione, Mario Mazzocca e degli altri referenti delle quattro province: Francesco D'Agresta e Massimo Beradinelli (Pescara); Stefano Alessiani e Sabatino Prosperi (Teramo); Silvio De Lutiis e Giuseppe Marisi (Chieti); Marino Bruno, Gabriele Mastroddi e Renata Donatelli (L'Aquila).
Toni forti anche nel documento interno a firma dei rappresentati regionali di Sinistra italiana (l'altro partito confluito in Leu): Daniele Iacutone, Maurizio Pendenza, Marcello Prosia, Enrico D'Alessandro, Fabio Rocchesini, Tullio Vicaretti, Finesio Mariani, Vittoriano Baruffa. Una vicenda che rischia di allargarsi a macchia d'olio in tutto il Paese. A farsi sentire con parole critiche verso i vertici nazionali di Leu è anche la Sinistra giovanile e persino i comitati studenteschi universitari, dopo che ai casi dell'Abruzzo e della Calabria si è aggiunto quello della Sardegna, in riferimento ai cosiddetti nominati. Ecco come si esprimono in un documento Andrea Core, presidente del Forum Nazionale Giovani e membro dell'Esecutivo nazionale dell'Unione degli universitari di Mgs; William Giordano e Luca Rossi, entrambi componenti del comitato promotore del Movimento giovanile della sinistra: «Apprendiamo con sgomento e amarezza quanto si prospetta per il nostro Abruzzo. La direzione che si sta prendendo sarebbe una umiliazione sia per il territorio che per una comunità politica che sta provando a nascere, con tanti giovani coinvolti e parte attiva in questo nuovo percorso. In una campagna elettorale nella quale sarà necessario essere presenti in ogni angolo dei collegi non si può che ripartire dal territorio e dai nomi che l'assemblea del 9 gennaio scorso ha indicato come candidati autorevoli ed estremamente rappresentativi». In testa c'era quello del deputato uscente Gianni Melilla, che parlerà soltanto sabato mattina in un incontro di commiato dall'attività parlamentare fissato per le 10,30 al Caffè letterario, nella zona vecchia di Pescara.

D'Alfonso, D'Alessandro e Pezzopane la triade sul fronte Pd

L'AQUILA Sono giorni di estrema frenesia, ai limiti della nevrosi, questi, per la politica regionale. La caccia al seggio, il più sicuro possibile, è ormai nel vivo. Si susseguono contatti telefonici e i presunti puntualmente smentiti - pellegrinaggi romani. Gli incontri si susseguono però a livello locale. La quadratura è complessa e, allo stato delle cose, ancora lontana per entrambi gli schieramenti maggiori.
Per quanto riguarda il centrodestra, ad esempio, l'entourage dell'ex presidente della Regione, Gianni Chiodi, ha fatto trapelare una secca smentita rispetto all'indiscrezione di un incontro capitolino con Gianni Letta, accompagnato da Paolo Gatti. A quanto si sa, fino a ieri, complice anche l'assenza di Berlusconi, impegnato a Bruxelles, si stava ancora ragionando sulla ripartizione dei collegi all'interno della coalizione.
L'unica reale novità di giornata l'ha regalata Matteo Salvini, che in conferenza stampa ha annunciato la candidatura in Abruzzo («Ma anche nel Lazio e forse in altre regioni») di Umberto Bagnai, docente universitario, animatore di blog ed autore del libro Il tramonto dell'euro. Per il resto il fronte del centrodestra brancola ancora nel buio. La questione Forza Italia è nelle mani del coordinatore regionale Nazario Pagano che è in attesa di definire i dettagli con i vertici nazionali. Prima di allora qualsiasi scenario è da considerare campato per aria. Notizie più precise sono attese comunque in giornata.
CENTROSINISTRA
Sul fronte del Pd, invece, l'unica triade che al momento può dirsi sicura della candidatura è quella composta da Luciano D'Alfonso, Camillo D'Alessandro e Stefania Pezzopane.
Il governatore deve ancora sciogliere il nodo che lo riguarda, ma ieri ha escluso con fermezza l'arrivo di paracadutati: «Non mi risulta questo, io non so chi sostiene che ci siano dei paracadutati da Roma, la verità sarà un'altra e a giorni uscirà. Ho ricevuto un invito pressante a candidarmi, come ho detto se dovessi ascoltare la mia suitas rimarrei in Regione e voglio rimanere in Regione, però la comunità politica nazionale e territoriale mi sta chiedendo di candidarmi - ha ribadito - Sto misurando il di più di convenienza per l'Abruzzo e gli abruzzesi laddove io andassi a fare un'esperienza politica nazionale, che naturalmente non sarà di consumatore di biscotti bagnati al rum alla galleria Sordi».

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