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Pescara, 14/05/2025
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Data: 02/03/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Strada parco, si discute anche sui bus elettrici. Comitati tutti d'accordo sull'archiviazione della filovia e sul divieto di transito per i mezzi pubblici. Sorgentone fuori dal coro: non si può sempre dire solo no

PESCARA Strada parco: i comitati ambientalisti, che da anni lottano contro il passaggio dei mezzi di trasporto sull'ex tracciato ferroviario che collega Montesilvano e Pescara, sono tutti d'accordo sull'archivizione del progetto a filovia. Sul passaggio dei dodici bus elettrici, forse tra un anno, come annunciato dalla Regione nei giorni scorsi, invece, le opinioni si dividono e le polemiche impazzano.Per il comitato Utenti strada parco (presidente Maurizio Biondi con Ivano Angiolelli), Oltre il gazebo-No filovia (Antonella De Cecco), Ventimila metri cubi (Antonella Ciancaglini) e Fiab Pescara bici (Laura Di Russo), la strada parco deve restare un tracciato libero, a disposizione della comunità, per il passeggio, il transito delle bici, lo svago in generale. Non per difendere «il giardino sotto casa» puntualizzano gli esponenti dei comitati «ma per preservare un patrimonio comune dei cittadini, non di una, ma di due municipalità, Montesilvano e Pescara».Il comitato Utenti strada parco avanza contemporaneamente la proposta di «utilizzare i 12 bus elettrici dove servono davvero: sulle strade normali dove ci sono anche i servizi, farmacie, negozi, distretti sanitari». La voce fuori dal coro è quella della associazione Strada parco, diretta dall'ingegner Mario Sorgentone. Il quale, nel 2002, fondò il sodalizio con gli stessi scopi di «valorizzare la funzione sociale e culturale della strada, come luogo di aggregazione e di svago, e nello stesso tempo di difenderla dal proposito di realizzarvi un sistema filoviario». Missione compiuta con l'avvenuto fallimento, il 25 novembre 2014, della ditta costruttrice del Phileas, Apts di Helmond. E progetto filovia archiviato definitivamente dopo l'annuncio ufficiale, una settimana fa, del presidente di Tua, Tullio Tonelli, della rescissione del contratto con l'associazione temporanea di imprese, capofila Alpiq, che avrebbe dovuto realizzare l'impresa. Nel tempo, però, la posizione del gruppo di Sorgentone si ammorbidisce. Fino a proporre un «compromesso» chiarisce l'ingegnere «che ci ha visti favorevoli al passaggio dei mezzi pubblici sulla strada parco, a condizione che si trattasse di autobus elettrici a batteria, al posto degli ingombranti filobus di 18,50 m e della rete di pali e fili».Pali e fili che, per la cronaca, sono ancora lì, (insieme alle barriere architettoniche che rendono la vita dei disabili e anziani un inferno) e che, nelle intenzioni della Regione, diventeranno semplicemente punti luce. Una soluzione, quella dei mezzi a batteria, «appoggiata a suo tempo anche dai comitati che oggi sembrano aver cambiato idea», è la bacchettata dell'ingegnere agli altri comitati. Che sulla questione precisano: «All'epoca, proponemmo la marcia dei vettori a senso unico alternato, tramite punti di scambio, riservando la corsia lato mare alla mobilità veloce per ciclisti e lavoratori da diporto e il lato monte solo come tracciato ciclopedonale. Era una provocazione, perché la nostra posizione resta sempre la stessa: no ai mezzi di trasporto sulla strada parco». Sorgentone annuncia un piano B nel «caso i bus dovessero essere una soluzione passiva dal punto di vista della carenza di passeggeri: trasferire i mezzi sulla direttrice che da Montesilvano arriva, passando per via Caravaggio, in via Ferrari, ponte Flaiano, verso l'aeroporto e Francavilla, senza intasare il centro cittadino». E invita i comitati a «non irrigidirsi su posizioni intransigenti al passaggio di ogni mezzo pubblico. Che, all'epoca, avrebbe dato alla Gtm, oggi alla Tua, il pretesto di continuare i lavori come da progetto, pena forti responsabilità degli amministratori verso la Corte dei conti».Al contrario, gli altri comitati «da otto anni» chiedono «l'intervento della magistratura contabile». Nella polemica, ieri si è inserita la voce di Berardino Fiorilli, esponente dell'associazione Pescara mi piace, secondo il quale i comitati no bus «per anni, hanno urlato il proprio rifiuto al filobus, strumentalizzando tecnicismi campati in aria e proposto l'utilizzo di bus elettrici salvo poi fare marcia indietro». A Fiorilli rispondono Biondi, Angiolelli, De Cecco e Ciancaglini: «I tecnicismi campati in aria hanno portato all'esaurimento del progetto filoviario estemporaneo, sostenuto vanamente per lunghi anni dallo stato maggiore del centrodestra, nonostante tutti sapessero che sarebbe fallito miseramente. Il Phileas non ha mai funzionato, i comitati lo avevano segnalato nel 2010, in tempo utile per rimediare. Fiorilli» all'epoca assessore alla mobilità «li ha colpevolmente ignorati. È maturo il tempo di ricercare le responsabilità e quantificare il danno che si è consumato su uno dei viali più belli della città, patrimonio comune di tutti», chiosano gli ambientalisti.

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