Maria Elisabetta Alberti Casellati, di Forza Italia, è la nuova presidente del Senato; Roberto Fico, del Movimento 5 Stelle, è il nuovo presidente della Camera. Gli applausi — in entrambi i rami del Parlamento — sono scattati non appena i due candidati hanno superato il quorum necessario per l'elezione; lo spoglio delle schede sta intanto continuando.
Maria Elisabetta Alberta Casellati era il candidato per la presidenza del Senato indicato dal centrodestra dopo un drammatica notte di trattative che ha portato la coalizione a un passo dalla rottura. L’annuncio era arrivato dopo un vertice a palazzo Grazioli tra i leader, attraverso una nota in cui si chiedeva al M5S di trovare un candidato diverso da quello indicato ieri sera per la Camera, Fracaro. Richiesta accolta dai grillini riuniti a loro volta fin dal primo mattino e pronti a cambiare cavallo: sì alla Casellati, ed ecco tornare sulla scena Roberto Fico. Tutti rinunciano a qualcosa insomma per non far saltare in aria il centrodestra, ma escono come vincitori dalla battaglia Salvini e Di Maio, con Berlusconi che è costretto a rinunciare al suo braccio di ferro con il M5S: incassa il veto su Romani e non ottiene quel «riconoscimento politico» dell’incontro con il leader dei grillini.
«Rispecchia il voto di cambiamento»
Una decisione, quella di puntare su Casellati e Fico, che «rispecchia il voto popolare che è un voto di cambiamento» spiega il capogruppo M5S al Senato Toninelli. «Il Parlamento si trasforma da luogo della casa a luogo principe della democrazia in cui far partire i tagli ai privilegi e agli sprechi».E ancora, ha aggiunto: «Con le presidenze delle Camere è stato fatto il primo passo, dopodiché possiamo iniziare a trattare la questione governo e io sono convinto che possa andare bene pure questa partita. I cittadini possono però stare tranquilli: è finito il tempo dei caminetti». «È stata una partita tesissima - ha quindi rivelato - ma quando nella notte si è profilata la possibile soluzione ci sono venute le lacrime agli occhi». «Grillo è a Roma - ha precisato - appena avremo ottenuto il risultato andrò da lui ad abbracciarlo».
Fraccaro: «Lieto di fare un passo indietro»
«I sacrifici che siamo disposti a fare dimostrano il valore che hanno le cose in cui crediamo. Il bene del MoVimento viene prima di tutto, se serve a renderci più forti sono lieto di fare un passo indietro: è un atto di amore verso la nostra comunità - ha commentato il deputato M5S Riccardo Fraccaro, il cui nome era emerso per la presidenza della Camera prima di Fico - Roberto Fico saprà interpretare il ruolo di Presidente della Camera con autorevolezza e competenza. Grazie a tutto il M5S per l'affetto e la fiducia, ora avanti ancora più determinati».
«L’intesa non vale per il governo»
Nella nota del centrodestra però Forza Italia riesce ad inserire un passaggio in cui si specifica che quello che si sta siglando e solo un accordo istituzionale e non è un passo sicuro verso un governo del centrodestra assieme al M5S. Tutto insomma deve essere ancora deciso, insiste Berlusconi, anche se la strada dopo l’accordo sulla presidenza delle Camere che sarà sancito in mattinata con il voto sembra in discesa.
La rabbia di Renzi
Il Partito democratico, ai margini di questa partita, decide di puntare su nomi di bandiera — Giachetti e Fedeli. «Io sto alla larga, alla larghissima» dalla partita sui presidenti delle Camere, dice Matteo Renzi arrivando al Senato. «Stanno decidendo i caminetti», aggiunge, prima dell’ultima stoccata: «Il centrodestra va su Casellati? Chi l’avrebbe mai detto...». «La legislatura comincia con Di Maio che annuncia il voto alla candidata di Berlusconi e Salvini. E viceversa» twitta il presidente del Pd Matteo Orfini. E Rosato, capogruppo dei democratici alla Camera, scrive: «La rivoluzione a 5 Stelle comincia con un bell'accordo con Berlusconi su presidenze Camere. Dovevano cambiare il mondo e la politica e invece ecco qui. Eppure qualche settimana fa avrebbero urlato: «vergogna! Inciucio sulle poltrone!».
Martina: «Da noi figure di garanzia»
«Non partecipiamo a una discussione che ha preso la piega di una spartizione legata a logiche interne della destra e dei Cinqustelle» ha commentato il segretario reggente del Pd Maurizio Martina, «La legislatura parte male, chi ha vinto non ha dato prova di essere all'altezza». «Noi vogliamo essere coerenti, abbiamo proposto un confronto su figure di garanzia - ha aggiunto, sottolineando la scelta dem di proporre Fedeli e Giachetti - che hanno lavorato già alle presidenze di Camera e Senato. Non partecipiamo a una discussione che ha preso la piega di un confronto interno ai partiti, una spartizione legata a logiche interne». «Il cambiamento è compiuto: il M5S vota la Casellati fedelissima di Ghedini e donna della giustizia di #ForzaItalia #Grillusconi» scrive la deputata Pd Alessia Morani. «Il metodo non è stato tra i più trasparenti» il commento dell'ex presidente della Camera Laura Boldrini.