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Data: 24/03/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Statali, 324 licenziamenti nel 2017

ROMA Il primo anno pieno dei paletti anti-furbetti della Pa, crescono le uscite forza di chi striscia il badge e se ne va. Sono 324 in tutto i licenziamenti scattati nel 2017, il primo anno che sin dall'inizio ha visto funzionare le regole Madia sulla flagranza nei confronti di dipendenti pubblici secondo i dati del ministero della Pubblica amministrazione. Quasi la metà derivano da assenze (154, il 48% del totale). E tra questi sono 55 i licenziamenti dovuti alla falsa attestazione della presenza, quindi ai furbetti del cartellino. Rispetto al 2016, in totale, si registra un calo (-6%) mentre segnano un forte rialzo le espulsioni per chi striscia il badge e se ne va (24 casi in più).
I TEMI
In realtà, la falsa attestazione delle presenze in servizio tramite l'alterazione dei sistemi di rilevazione o altre modalità fraudolente c'era già prima, ma a metà del 2016 è diventato operativo un procedimento speciale per chi viene colto sul fatto. Secondo le nuove regole se c'è la flagranza si applica l'iter accelerato che prevede l'allontanamento entro 48 ore e il licenziamento entro 30 giorni. Quindi nei 55 licenziamenti di furbetti rientrerebbero anche quelli relativi ai dipendenti presi con le mani nel sacco.
Guardando agli altri licenziamenti, sempre nel 2017, 99 derivano da assenze ingiustificate o non comunicate entro i termini, 80 da reati (come quelli contro la Pa, dalla corruzione al peculato), 72 da cattiva condotta (negligenza o inosservanza delle disposizioni di servizio) e 18 da casi di doppio lavoro.
Il ministero riporta poi anche i provvedimenti disciplinari di sospensione, «in quanto sanzioni gravi». Nel 2017 sono state 1.167, in calo del 34,5%, sempre stando ai casi raccolti dal dipartimento della funzione pubblica, che si base sulle comunicazioni ricevute (obbligatorie solo da metà anno). Il conto finale quindi potrebbe essere anche più alto.
Palazzo Vidoni ha poi elaborato una scheda con i casi di furbetti a cui è stato applicato il decreto Madia sul licenziamento sprint, dal luglio 2016 a oggi. Si tratta di una revisione di dati già anticipati il 27 gennaio e rispetto alla primo rilascio il numero dei provvedimenti sarebbe stato portato da 45 a 40, principalmente perché alcune amministrazioni hanno modificato la sanzione nel corso dell'iter. Il ministero ha anche corretto l'indicazione relativa al caso di otto licenziamenti presso l'Agenzia delle dogane e dei monopoli: l'ufficio sarebbe quello della direzione regionale della Lombardia e non quello di Arezzo. Da segnalare una novità nei controlli: possono scattare, e già è successo, ispezioni a campione condotte dal nucleo speciale anticorruzione della GdF, sulla base di una convenzione tra Ispettorato della funzione pubblica e Guardia di finanza.
LE NOVITÀ
Va ricordato che il nuovo codice disciplinare ha ampliato portandoli da sei a dieci, i casi che possono portare alla sanzione massima del licenziamento. Accanto alle classiche false timbrature, assenze ingiustificate, false dichiarazioni per ottenere posti o promozioni e così via, le nuove regole impongono l'addio a chi viola in modo «grave e reiterato» i codici di comportamento, mostra uno «scarso rendimento» a causa di reiterate violazioni degli obblighi per le quali è già stato sanzionato, oppure va incontro a «costanti valutazioni negative». Non solo. La riforma del pubblico impiego aveva l'obiettivo anche di dare efficacia alle sanzioni. Vizi formali non annullano le sanzioni se un dipendente ha sbagliato.

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