ROMA I più esposti agli improperi sono i neoeletti nel plurinominale, e quindi quelli che fino a poco tempo fa erano sotto i gazebo, per strada, a contatto con i militanti, che facevano le traversate in treno per andare a Roma a gridare Fuori dalla Mafia dallo Stato, tipico slogan che non vuol dire nulla, e che come da tradizione allude a nomi e cognomi ma non ha le prove.
COMMENTI
Sono loro che stanno ricevendo tonnellate di sms e post su facebook con richieste puntuali di chiarimenti sull'elezione di Roberto Fico in tandem con la forzista Elisabetta Casellati. Ecco un commento tipo sui social, lo scrive Stefano di Modena: «Allora come vi sentite dopo averla menata al mondo intero contro Berlusconi? Com'è questa nuova esperienza? Com'è aver votato il suo fidatissimo avvocato come seconda carica dello Stato. Provo a spiegarmi meglio: ne è valsa la pena per barattare una poltrona per Fico eleggere insieme a Berlusconi e Salvini una che se ne fotte dei diritti civili, una che come primo atto da sottosegretario ha assunto sua figlia, una che ha difeso il vostro odiato Berlusconi in commissione fino allo stremo presentando anche il lodo Alfano?». Ecco, questo è un buon riassunto delle reazioni della base M5S. Ed è una sintesi anche garbata perché in giro si vedono commenti persino più virulenti che accusano il M5S d'intelligenza col nemico, di inciucio ovviamente e di spartizione delle poltrone col manuale Cencelli.
Per sedare i malumori dei militanti sono scesi in campo tutti: dai vertici in giù, con Luigi Di Maio e Beppe Grillo che riconoscono a Matteo Salvini l'onore delle armi: «È uno di parola».
Luigi Di Maio sfida l'imbarazzo della base e rivendica il suo «metodo Cinque stelle a cui non abbiamo mai abdicato» , ha detto in un'intervista al Corsera, «e che adotteremo per il governo e per altre partire cruciali come la scelta delle partecipate perché al centro continueranno a esserci i temi, le cose da fare, il merito e la trasparenza». E su Instagram ribadisce: «Abbiamo sempre detto che la partita sulle presidenza delle Camere è slegata da quella del governo». I pentastellati si stanno duqnue muovendo con una profonda ricognizione sulle partecipate di Stato. Anche per Max Bugani è importante il metodo e cerca di spiegarlo ai militanti: «Roberto Fico presidente della Camera non è una carica istituzionale che viene ricoperta dal M5S, è un modo di essere che vince», scrive. Il ragionamento che si fa ai piani alti è: «Comunque siamo e saremo il baricentro di quel che sarà». Il deputato abruzzese Andrea Colletti spiega: «Se avessimo avuto la maggioranza sia alla Camera che al Senato, mai avremmo votato un profilo come quello della Casellati che venne votata in maniera bi-partisan, tranne che da noi, come componente del CSM».
Anche Sergio Mattarella dal 3 aprile chiederà formalmente se la maggioranza «Grillusconi», ovvero M5S e centrodestra, potrà essere replicata in chiave governo. Grillo durante il suo spettacolo ha appaiato reddito di cittadinanza del M5S e reddito di inclusione già varato da Pd e centristi. «Chiamatelo come volete», ha detto Grillo sottintendendo «Fatelo». Ma la Lega è già in fila, da prima del Pd. Giancarlo Giorgetti braccio destro di Salvini, ieri ha aperto al reddito di cittadinanza: «Vediamo se possiamo declinarlo in un altro modo...se è una misura universalistica per sostituire la pensione, non ha assolutamente senso, se è qualcosa che incentivi la ricerca del lavoro, allora può essere valutato».