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Data: 11/07/2018
Testata giornalistica: Abr24 News
Trasporti, la Cgil attacca: “Licenziamenti alla Sistema Srl targati D’Alfonso”. Ennesima conferma della frattura che si è venuta a creare, anche sul terreno delle politiche occupazionali, tra il Pd dalfonsiano ed una delle componenti di primo piano del centrosinistra abruzzese e nazionale

Scatta il licenziamento per sei dipendenti della società Sistema Srl, partecipata del gruppo Tua, l’azienda unica del trasporto pubblico abruzzese, e la Cgil lancia un duro attacco contro il presidente della giunta regionale Luciano D’Alfonso. “L’ironia della sorte ha voluto che proprio mentre la Regione Abruzzo, attraverso il vice presidente Giovanni Lolli, si apprestava nuovamente ad annunciare la imminente creazione di 8 mila nuove assunzioni – rimarca in una nota Franco Rolandi, della Filt Cgil regionale – si sono nel frattempo consumati e materializzati, nel settore dei trasporti, ulteriori licenziamenti targati Luciano D’Alfonso”. Ennesima conferma della frattura che si è venuta a creare, anche sul terreno delle politiche occupazionali, tra il Pd dalfonsiano ed una delle componenti di primo piano del centrosinistra abruzzese e nazionale.

Rolandi spiega:

“A farne le spese sono 6 dipendenti della società Sistema Srl, ai quali occorre aggiungere gli ulteriori 54 licenziamenti effettuati nel 2015, dalla stessa società partecipata, che si occupava per conto di Tua dei servizi complementari di trasporto, quali le attività di pulimento, la vendita e distribuzione dei titoli di viaggio e il call center”.

L’esponente della Cgil tiene a ricordare:

“Era il 2014 quando l’allora candidato alla presidenza della Regione Abruzzo, invitato espressamente dalla Filt Cgil, unitamente agli altri aspiranti al ruolo di governatore, a pronunciarsi in campagna elettorale sui temi del trasporto e, nello specifico, sul destino degli oltre 100 dipendenti della Società Sistema, oggetto di continui sciacallaggi e tentativi di privatizzazione, ebbe modo di manifestare, in perfetto stile e modalità D’Alfonsiane, la propria e personale valutazione: ‘Sistema è un filetto di lavoro. Se fossimo nella famiglia Agnelli, Giovanni Agnelli darebbe al migliore dei suoi figli un ramo di azienda di questo tipo’. Dichiarazioni che fanno il paio con quelle di un altro neo parlamentare, quel Camillo D’Alessandro che fino a poco tempo fa lanciava improvvide scommesse sul destino dei lavoratori dei trasporti, vantandosi di avere attuato la più imponente riforma del settore senza produrre alcun licenziamento”.

Rolandi traccia un bilancio impietoso:

“Di quel ‘filetto di lavoro’ e di quelle incaute scommesse oggi è rimasto ben poco, a cominciare dai 54 operai oggetto della privatizzazione effettuata nel 2015 e ai quali la Regione non riuscì ad offrire un’alternativa rispetto alla cessione del ramo d’azienda e alla privatizzazione delineata dall’allora presidente di Arpa Massimo Cirulli. Oggi questi lavoratori, che continuano ad assolvere alle attività di pulimento dei mezzi per conto di Tua, vivono una condizione drammatica. Si susseguono infatti continui ritardi nella elargizione degli stipendi, vessazioni e intimidazioni verso i lavoratori, soprattutto in talune realtà, il tutto nella indifferenza della società appaltatrice, ovvero Tua, che con la privatizzazione dei servizi ha presumibilmente fallito su entrambi i fronti: tanto sull’abbattimento dei costi, sensibilmente lievitati rispetto al ribasso iniziale con il quale beneficiarono dell’offerta, quanto e soprattutto rispetto alla qualità del servizio da garantire all’utenza. D’altronde è sufficiente salire su un mezzo pubblico gestito da Tua per registrare la situazione indecorosa che si pone al cospetto dei viaggiatori”.

Anche chi ha conservato il posto di lavoro, come sottolinea il sindacalista, ha pagato un prezzo salato:

“Per i restanti 46 dipendenti, tra amministrazione, biglietteria e call center, il destino è stato altrettanto severo e si è consumato negli uffici della Regione Abruzzo, nonostante l’apprezzabile impegno mostrato dal vice presidente Giovanni Lolli, in veste di Responsabile delle attività produttive e delle Crisi industriali. Per 40 di essi è stato comunque possibile trovare un reimpiego nelle due società Tua e Sangritano, ma dovendo accettare il dimezzamento della prestazione lavorativa a 19 ore settimanali, l’azzeramento dell’anzianità maturata presso Sistema, in molti casi equivalente a circa venti anni di servizio, il trasferimento per alcuni di essi in una residenza di lavoro diversa da quella anagrafica. Di questi nuovi rapporti di lavoro sappiamo ancora ben poco, anche perché, a distanza ormai di circa 10 giorni dalla sottoscrizione, i lavoratori non hanno ancora ricevuto una copia del loro nuovo contratto e non conoscono nemmeno le loro condizioni di impiego. Su questo aspetto, ovviamente, la Filt Cgil Abruzzo tornerà ad approfondire nei prossimi giorni”.

Infine il caso del call center:

“Ancora più pesante è stato il destino di 6 lavoratori rimasti senza lavoro, quasi tutti aventi un’età anagrafica di difficile ricollocazione. Per loro non vi è stata alcuna considerazione e attenzione né da parte delle società regionali né da parte della politica. Quella stessa politica che non ha battuto ciglio nemmeno nel constatare che negli stessi istanti in cui in Regione si consumava la trattativa con il vice presidente Lolli per scongiurare il licenziamento collettivo dei 46 dipendenti, la stessa società regionale da un lato dichiarava la propria indisponibilità a ricollocare, seppure a part time, tutti i dipendenti e dall’altro, contestualmente, pubblicava in sordina sul proprio sito web, in data 21 giugno 2018, una procedura negoziale per l’affidamento all’esterno e per la durata di quattro mesi dei servizi di call center, con importo a base d’asta di euro 39.900 + iva. Ovviamente tutto rigorosamente secretato, alla faccia dell’amministrazione trasparente”.

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