Iscriviti OnLine
 

Pescara, 26/04/2024
Visitatore n. 736.364



Data: 14/04/2019
Testata giornalistica: Il Messaggero
«Basta liste d’attesa e superticket». Sit in di protesta dei sindacati contro le carenze dell’assistenza ospedaliera

LE SPINE DELLA SANITA’ Dall’abolizione del superticket di 10 euro sulle prestazioni sanitarie e farmaci, alla riduzione dei tempi d’attesa ospedale potenziando attività e servizi assumendo nuovo personale, passando per il varo di un piano d’investimenti per la medicina territoriale che preveda la nascita di case della salute e centri per anziani non autosufficienti, ospedali di comunità e il potenziamento dei distretti sanitari di base nonché dell’assistenza domiciliare integrata. Per non parlare della riorganizzazione dei reparti ospedalieri di Geriatria per evitare, specie nel nosocomio di Pescara, il sovraffollamento che peggiora le condizioni di degenza dei malati. Infine il finanziamento della legge regionale sull’invecchiamento attivo. Sono queste le richieste che ieri i pensionati aderenti a Cgil, Cisl e Uil, sono tornati a rivolgere alla Regione Abruzzo riunendosi in un presidio allestito all’ingresso del Centro unico prenotazioni dell’ospedale Santo Spirito. Un sit-in di protesta ripetuto a distanza di un anno, trascorso vanamente in attesa di risposte. SITUAZIONE PEGGIORATA «Da allora - lamenta Paolo Castellucci, segretario del sindacato pensionati Cgil di Pescara - le cose sono peggiorate tanto che oggi, secondo gli ultimi dati regionali, una colonscopia o una tac richiedono dai 380 ai 400 giorni d’attesa. Questo significa che il diritto alla salute può permetterselo solo chi ha i soldi e che la sanità non è più un diritto universale».Mala problematica che pesa di più sulle tasche degli abruzzesi è la permanenza del superticket: «Per la sua eliminazione - ricorda Umberto Coccia, segretario della Cisl Pescara - avevamo portato avanti un confronto con la precedente giunta regionale, arrivando ad una bozza d’accordo poi bocciata dal governo ». A preoccupare l’Uil sono soprattutto le liste d’attesa «che producono la fuga verso il Nord per potersi curare - denuncia Michele Di Marco, segretario Uil pensionati di Pescara - o il ricorso alla visita intramoenia a pagamento e chi non può farlo, ha problemi di sopravvivenza ». La medicina territoriale risulta, infine, insufficiente e la maggior parte dei pazienti si riversa all’ospedale di Pescara: «Chiediamo l’apertura di un tavolo regionale - protesta Coccia - per discutere di queste problematiche, che riguardano tutti gli abruzzesi». Criticità di cui si è fatto carico il consigliere regionale del Pd Antonio Blasioli presente al presidio.

www.filtabruzzo.it ~ cgil@filtabruzzo.it