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Data: 06/08/2019
Testata giornalistica: Il Messaggero
Manovra, sgravi per le donne. Apertura sul salario minimo. Il premier Conte: «Faremo un significativo taglio del cuneo fiscale a favore dei lavoratori». Boccia: no all’aumento del deficit. I sindacati: «Sì alla paga legale se non si toccano i contratti». Ieri a Palazzo Chigi nuovo tavolo con le parti sociali Oggi ci sarà un vertice al Viminale con Matteo Salvini e i ministri della Lega, al quale non parteciperà la Cgil

ROMA Un patto per la crescita e lo sviluppo, che dia il via alla fase due del governo, e che abbia al centro lavoro, competitività, taglio del cuneo fiscale, investimenti. Al terzo incontro a Palazzo Chigi con i sindacati prima e le organizzazioni datoriali poi, il premier Giuseppe Conte ieri ha ribadito che le misure che entreranno a far parte della prossima manovra di bilancio saranno discusse (non soltanto comunicate) con le parti sociali e terranno conto dei loro suggerimenti. Tant'è che ora partiranno i tavoli tecnici in vista di nuovi incontri a Palazzo Chigi a settembre. Un'agenda, quella dettata dal premier, che ostenta serenità sul futuro del governo, come se i continui penultimatum di Matteo Salvini non esistessero.
Per ora il confronto governo-parti sociali è ancora alla compilazione dell'indice della manovra. Ma la vera novità rispetto allo scorso anno - quando le decisioni furono prese in splendida solitudine tra i principali azionisti del governo - resta il metodo con il ritorno in campo della concertazione. Niente cifre e indicazioni di coperture, per adesso. Solo l'elenco di alcune misure.
L'EMERGENZA
Conte (affiancato dal vicepremier Di Maio, dai ministri Tria, Grillo e Locatelli) ieri ha voluto sottolineare che è intenzione del governo procedere con il taglio del cuneo fiscale a favore dei lavoratori, così da spingere sul potere d'acquisto che in questi anni si è progressivamente ridotto. Il premier ha parlato di «emergenza salariale» (nell'ultimo decennio i salari netti hanno perso cinquemila euro) e di «significativo taglio del cuneo fiscale e contributivo». Tra le ipotesi, il governo sta valutando di esentare le imprese dal contributo Naspi, lasciando però in piedi l'ammortizzatore sociale. Allo studio - ha annunciato Di Maio - anche sgravi contributivi «a favore delle donne». Il vicepremier pentastellato ha parlato poi di «estendere lo smart working per agevolare il lavoro da casa nei mesi dopo il parto» e di potenziamento del welfare aziendale «con asili nelle imprese».E ha anche firmato davanti ai rappresentanti delle imprese il decreto ministeriale per la misura Resto al Sud. Intanto oggi il Cdm dovrebbe varare il decreto sulla tutela del lavoro e sulle crisi aziendali, con le nuove norme sui riders.
Il taglio del cuneo fiscale - se realizzato - sarebbe molto apprezzato dai sindacati. Che però precisano: l'obiettivo finale deve essere l'aumento delle buste paga. «Mi sembra complicato aumentare i salari riducendo le tasse alle imprese» ha osservato il leader Cgil, Maurizio Landini. «Il monte salari e il monte orari sono ancora più bassi del 2008» ha ricordato il numero uno Uil Carmelo Barbagallo. A sua volta la Cisl avverte: il sussidio Naspi «non va messo in alcun caso a rischio riducendo il gettito prodotto dai contributi dei datori di lavoro».
Al tavolo si è parlato anche di salario minimo: Di Maio ha assicurato che il governo intende rispettare i contratti collettivi di lavoro (cosa che ha ammorbidito lo scetticismo dei sindacati sulla misura), i 9 euro l'ora minimi si applicheranno solo a chi è sotto questa cifra. «Valuteremo i testi» ha detto Landini. Resta intatta invece la contrarietà delle imprese, secondo le quali «l'introduzione di un salario minimo legale porterebbe un'alterazione degli equilibri economici e negoziali raggiunti dalla contrattazione collettiva, minandone strutturalmente il ruolo».
Il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia ha anche ribadito l'importanza che la manovra non sia in deficit e il governo si raccordi con l'Ue.
Oggi si replica al Viminale con il tavolo istituito da Salvini: la Cgil parteciperà in forma minore, ovvero senza il leader. «Sulla manovra io, come segretario, parlo a Palazzo Chigi con il premier, credo sia una cosa normale, perchè la Legge di Stabilità è unica», ha chiarito Landini. Non la pensa così Barbagallo, che oggi andrà al Viminale. «Abbiamo una piattaforma e la presenteremo anche a lui. Sulla composizione delle delegazioni, ognuno fa come vuole».

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