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Data: 09/08/2019
Testata giornalistica: Il Messaggero
Sicurezza, il Colle firma: ma salvataggi obbligatori

ROMA Il decreto sicurezza bis viene promulgato dal Quirinale e diventa legge, anche se il capo dello Stato, Sergio Mattarella, rileva due pesanti criticità. Anzi, «due profili che suscitano rilevanti perplessità», come scrive nella lettera inviata ai presidenti delle Camere e al premier Giuseppe Conte, rimettendo «alla valutazione del Parlamento e del governo l'individuazione dei modi e dei tempi di un intervento normativo», per correggere le parti che, a suo giudizio, andrebbero modificate. Mattarella sottolinea che l'obbligo di salvare i naufraghi resta, perché non si possono infrangere le convenzioni internazionali. Una precisazione che arriva mentre la nave di Open Arms, da una settimana nel Mediterraneo con 121 migranti a bordo, continua a lanciare appelli per un porto sicuro.
L'AMMENDA
Il primo punto che non convince il presidente della Repubblica è l'ammenda aumentata a dismisura - rispetto alla prima versione del dl passa da 20mila a un milione di euro - per il comandante, l'armatore e il proprietario della nave che trasporta i migranti in Italia. Il capo dello Stato sottolinea che, per effetto di un emendamento che ha modificato il decreto originario da lui firmato a giugno, la sanzione pecuniaria è stata aumentata di 15 volte nel minimo e di 20 nel massimo. La confisca della nave, inoltre, è immediata e non è più subordinata alla reiterazione della condotta. Mattarella aggiunge: «Non è stato introdotto alcun criterio che distingua quanto alla tipologia delle navi, alla condotta, alle ragioni della presenza di persone accolte a bordo». E poi chiosa: «Non appare ragionevole fare a meno di queste indicazioni e affidare alla discrezionalità di un atto amministrativo la valutazione di un comportamento che conduce a sanzioni di tale gravità». Tradotto: l'ammenda dovrebbe essere gradata in base a criteri oggettivi di cui, al momento, non c'è traccia nel decreto. Il Colle menziona anche una recente sentenza della Corte costituzionale in cui viene sottolineato che una pena così alta sia paragonabile a una sanzione penale. Per il Quirinale è inoltre necessario rispettare i trattati internazionali, come la convenzione di Montego Bay, che prescrive che «ogni Stato deve esigere che il comandante di una nave che batta la sua bandiera» presti soccorso a chiunque sia in pericolo.
L'ORDINE PUBBLICO
Il secondo rilievo riguarda la parte del decreto sulle manifestazioni e sull'ordine pubblico. Nello specifico, la norma del dl che consente di non applicare «la tenuità del fatto» in caso di reati contro i pubblici ufficiali. Il risultato, per Mattarella, è che al giudice viene impedito «di valutare la concreta offensività delle condotte» e quindi di accertare la lieve entità che porta al non luogo a procedere. Il capo dello Stato solleva dubbi sulla conformità del testo «al nostro ordinamento e sulla ragionevolezza nel perseguire in termini così rigorosi condotte di scarsa rilevanza» che possono riguardare anche casi che non generano «allarme sociale». Una norma che, oltre agli appartenenti alle forze dell'ordine, include un ampio numero di funzionari: dagli addetti alla viabilità ai dipendenti dell'Agenzia delle entrate, dagli ufficiali giudiziari ai controllori, fino agli insegnanti e ai postini. Una lista dalla quale, sottolinea ancora Mattarella, non vengono compresi i magistrati.
Nonostante i rilievi del Quirinale, il dl sicurezza bis diventa legge. La stessa cosa era successa nell'ottobre di un anno fa, con il primo decreto sicurezza. Dopo averne promulgato il testo, il capo dello Stato aveva scritto una lettera a Conte. Sottolineava: «Restano fermi gli obblighi costituzionali e internazionali dello Stato e, in particolare, quanto disposto dall'art. 10 della Costituzione». Anche nell'ottobre 2018 era chiaro il riferimento alla questione migranti. L'articolo 10, infatti, prevede che «lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica».

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