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Data: 18/04/2019
Testata giornalistica: Il Centro
Il nodo Iva agita il Governo. Con l'incremento un rischio stangata da 500-900 euro a famiglia

Roma Le tasse non devono aumentare e quindi l'Iva non si tocca. Il rischio di un deciso rialzo dell'imposta sui consumi resta al centro delle tensioni della politica, anche all'interno della stessa maggioranza. Perché se da Matteo Salvini e Luigi Di Maio arriva un secco «niet» a qualunque rincaro del prelievo fiscale, diretto o indiretto che sia, meno decisa appare la posizione del custode dei conti pubblici, Giovanni Tria, che ricorda che l'aumento al momento è «confermato» in attesa che si trovino le «alternative». E chiarisce che l'obiettivo è evitare che l'Iva aumenti e che la decisione su dove mettere le risorse è politica. «L'Iva non aumenterà» è una frase che il ministro dell'Economia non pronuncia mai. Nemmeno davanti alle commissioni che lo ascoltano sul Def - e alle opposizioni che lo incalzano - il titolare di via XX settembre si impegna, come ha fatto per cinque anni di fila il suo predecessore Pier Carlo Padoan, a escludere esplicitamente un innalzamento delle aliquote che per ora è nelle cose, nella «legislazione vigente», e domani si vedrà. Le clausole di salvaguardia, che per il 2020 pesano per 23,2 miliardi, sono da anni il capestro che taglia i margini di azione dei governi, stretti tra il contenimento dei conti e la necessità di spingere il più possibile la crescita con manovre espansive. Sarà la politica ad assumersi la responsabilità della scelta, dice il ministro, ma non a caso accompagna queste parole con il monito sulla necessità di «rispettare gli obiettivi di bilancio». L'Italia, assicura Tria, è fuori dalla recessione e ha fatto per il prossimo triennio stime «equilibrate» e in linea con le principali previsioni internazionali, in un quadro che risente del rallentamento di tutte le principali economie e che mostra, però, primi segnali «incoraggianti» di ripresa. Roma però ha messo in cantiere uno sforzo «significativo» di aggiustamento dei conti che peserà sulla crescita, anche se il percorso è più lento, dice il ministro, contando su risultati migliori sia dei due decreti Sblocca cantieri e Crescita - che ancora sono «alla bollinatura» della Ragioneria e avranno bisogno di un nuovo Consiglio dei ministri per l'approvazione finale - sia da possibili effetti di «retroazione positiva» di un eventuale calo dello spread. Il differenziale sui titolo di Stato è ancora troppo alto e sul suo andamento pesano non solo le scelte di politica economica ma anche, avverte il ministro, «gli orientamenti che il Parlamento avrà sul Bilancio». Alla fine Lega e Movimento 5Stelle dovrebbero chiedere al governo l'impegno a sterilizzare le clausole ma compatibilmente con i saldi di finanza pubblica. «Finché il M5S sarà al governo non ci sarà nessun aumento» assicura però Luigi Di Maio, mentre Matteo Salvini proclama l'impegno solenne della Lega perché, dice, «siamo al governo per abbassare le tasse, non per aumentarle». E, certo, «il ministro dell'Economia da sempre deve avere nella prudenza la sua dote migliore» ma «noi stimoleremo un pò di coraggio».

Con l'incremento un rischio stangata da 500-900 euro a famiglia. l'impatto dell'imposta

Una stangata tra i 500 e i 900 euro a famiglia: tanto peserà sulle tasche degli italiani l'eventuale aumento dell'Iva. Mentre il ministro dell'Economia Giovanni Tria annuncia che, in assenza di alternative, scatterà il ritocco al rialzo dell'imposta sul valore aggiunto, anche se la decisione finale spetterà alla politica, è corsa alle previsioni sull'impatto del rincaro per i bilanci degli italiani. E tra le varie analisi c'è anche chi, come il Codacons, che stima addirittura una stangata superiore a 1.000 (1.200 per l'esattezza) per le tasche delle famiglie. Secondo le previsioni dell'Ufficio studi di Confcommercio se l'Iva aumenterà questo si tradurrà in 382 euro di maggiori tasse a testa e in 889 euro in più a famiglia. Leggermente inferiori sono invece le previsioni del Sole 24 Ore, che stimano un aggravio in media di 538 euro a famiglia. Ma il rialzo, afferma lo studio, colpisce in modo più pesante i liberi professionisti e gli imprenditori, che dovranno sborsare 857 euro in più. E a livello territoriale le famiglie che vivono in Lombardia e Trentino-Alto Adige saranno quelle maggiormente tartassate con maggiori tasse per 658 e 654 euro, rispettivamente. Se attuato, l'aumento dell'Iva si tradurrà in un «massacro» per le famiglie con danni abnormi per l'economia, dice il presidente del Codacons Carlo Rienzi ricordando che l'associazione stima in 1.200 euro annui la stangata, a parità di consumi, che si abbatterà su ogni famiglia solo per i costi diretti legati all'incremento delle aliquote fino al 26,5%. Secondo il Sole, i single tra 18 e 34 anni sono quelli che pagherebbero di più, in percentuale, il doppio rialzo dell'Iva (+2,37%), mentre gli anziani soli lo sentirebbero meno (+2,15%). Il maggior rincaro (743 euro annui) colpirebbe invece le famiglie con tre o più figli. Secondo quanto stabilito dalla Legge di Bilancio, l'Iva ordinaria è destinata a salire dal 22 al 25,2% dal 2020 (e al 26,5% dal 2021), mentre per quella al 10% si prevede un rialzo al 13%. Il doppio ritocco vale 23,1 miliardi nel 2020. Secondo il Sole, l'inasprimento dell'Iva avrà un peso diverso sulle tipologie di famiglie a seconda del mix di spesa. Soffrirà di più il rincaro chi acquista di più prodotti con aliquota al 22%.

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