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Pescara, 26/04/2024
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Data: 09/04/2019
Testata giornalistica: Primo piano
Il bilancio non piace alla Cgil: serve una visione, anche questa è una manovra con molti limiti

CAMPOBASSO. «Il bilancio di previsione non si discosta molto dal metodo e dal merito utilizzato nel passato. E anche stavolta non si intravedono significativi passi in avanti per il futuro del territorio molisano e dei suoi abitanti». Franco Spina, segretario della Cgil Abruzzo Molise, descrive la prima manovra del governo Toma come una finanziaria «con molti limiti». All’audizione del 2 aprile scorso il sindacato ha sollecitato «l’impellente necessità di una maggiore attenzione sui temi dell’impoverimento economico e sociale del Molise, della crescita di diseguaglianze e della povertà (assoluta e relativa), dell’invecchiamento medio della popolazione, della continua diminuzione di residenti e soprattutto dell’inarrestabile processo di emigrazione dei giovani in cerca di lavoro». Il Molise torna nell’Obiettivo 1, fra le aree depresse dell’Ue, per la Cgil serve «un nuovo modello di programmazione e sviluppo che solo una visione strategica può realizzare. Quello che manca, però, anche in questo Defr, così come in passato». Spina poi analizza: «La chiusura di importanti aziende tra cui quelle partecipate direttamente dalla Regione, la riorganizzazione istituzionale, la perdita di decine di imprese e lavoratori del commercio, dell’edilizia e da ultimo la pesante crisi dell’editoria, accompagnata dalla mancanza di piani alternativi per l’occupazione e dell’assenza di politiche attive del lavoro, compromettono fortemente il vissuto dei cittadini e dei lavoratori molisani ». Non bastano, quindi, «singole politiche per risolvere singoli problemi». Non è bastata l’area di crisi, non è bastato il Patto per il Molise, né il piano per le infrastrutture, «tutte misure che non sono state sino ad oggi in grado di riavviare l’economia regionale e di cui, in alcuni casi, non abbiamo più notizie sullo stato di avanzamento. Infine, i nuovi strumenti come la Zes e il Patto per lo sviluppo devono ancora trovare la giusta dimensione e implementazione. Serve, quindi, una strategia e una larga condivisione in tempi molto brevi sia di metodo che di merito».

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