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Data: 26/03/2019
Testata giornalistica: Il Messaggero
Porto, operaio muore schiacciato

ORTONA. Tragico incidente sul lavoro nel primo pomeriggio di ieri in porto: un operaio di origini kosovare, Ridvan Meizini, di 59 anni, è morto sul colpo mentre stava lavorando in un container del deposito della ditta So.ge.nav lungo la banchina di riva del porto. A dare l'allerta è stato un collega di Meizini che ha tentato anche di prestare i primi soccorsi all'uomo, ma non c'è stato niente da fare. Meizini, 59 anni, originario del Kosovo, ma da quasi 30 anni in Italia, è morto sul colpo. Le dinamiche dell'incidente sono ancora al vaglio degli inquirenti, ma dalla prima ricostruzione sembra che Meizini sia stato schiacciato da una scaffalatura metallica posta dentro il container in cui stava lavorando. L'incidente è avvenuto intorno alle 13.30, il collega ha allertato subito la sala operativa della Capitaneria di porto. Sul posto oltre al personale della Capitaneria di porto, coordinato dal comandante , Giuseppe Marzano, il personale del 118, i Vigili del fuoco, che hanno lavorato per liberare il corpo dell'uomo dalla scaffalatura, i Carabinieri di Ortona. Vani purtroppo tutti i soccorsi, Meizini è morto sul colpo: l'elisoccorso che si era alzato in volo è tornato, infatti, indietro a Chieti subito dopo l' atterraggio. Intorno alle 17 la salma dell'uomo è stata trasportata dalle onoranze funebri all'ospedale di Chieti dove il medico legale, Cristian d'Ovidio, avrà il compito di effettuare l'autopsia disposta dal magistrato che ha preso in carico il caso ovvero la dottoressa Marika Ponziani. L'esame sarà effettuato appena tutti i documenti saranno pronti. Il container è al momento sotto sequestro. L'uomo, che aveva la cittadinanza italiana e viveva a Villa Caldari dagli anni 90, aveva 4 figli, due maschi e due femmine, ed era vicino alla pensione dopo aver lavorato venti anni nel settore della cantieristica navale. Altri due anni e avrebbe finito di lavorare per potersi godersi la famiglia. La morte di Meizini ha sconvolto la piccola comunità kosovara che vive, ben integrata, ad Ortona: parenti e amici si sono, infatti, riuniti sul luogo dell'incidente e dalle loro parole commosse è trasparso il ritratto di un bravo uomo dedito solo alla famiglia e al lavoro. «L'ho incontrato ieri sera- racconta un amico - e mi ha parlato della pensione, che tra poco tempo avrebbe finito di lavorare. Ora per me è incredibile pensare che non ci sia più».

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