Iscriviti OnLine
 

Pescara, 28/04/2024
Visitatore n. 736.406



Data: 24/01/2019
Testata giornalistica: Il Centro
Costa: a chi inquina daspo e beni confiscati. M5s, l'ex generale firma il decreto Ambiente davanti alla candidata Marcozzi. Annuncia i fondi per Bussi e a chi dice che sono bloccati replica: corbellerie

PESCARA Il ministro dell'Ambiente Sergio Costa arriva in Abruzzo, dismette per un giorno i panni istituzionali e si tuffa nella campagna elettorale dei 5 Stelle per la candidata presidente Sara Marcozzi. Sceglie la conferenza stampa di presentazione del programma di governo dei pentastellati sull'ambiente per firmare il decreto che dà il daspo, cioè l'espulsione dall'azienda e dal territorio, agli inquinatori e gli confisca i beni, e per annunciare che i fondi della bonifica di Bussi ci sono e che saranno sbloccati tra appena sette giorni.Definisce così «corbellerie chi dice che questi fondi sono bloccati». Una stoccata elettorale visto che a domandare, più di una volta, che fine avessero fatto quei 50 milioni è stato Giovanni Legnini, candidato presidente dell'ampia coalizione di civiche più il Pd. CIAO GUIDO. Parla per 47 minuti il ministro Costa, ex generale dei carabinieri forestali, rievocando il suo grande amico e collega, Guido Conti, l'investigatore per eccellenza che scoprì la discarica dei veleni di Bussi tragicamente scomparso nel 2017. E annuncia anche la sua scelta di un doppio binario per Bussi perché insieme allo sblocco dei fondi statali per la bonifica ha dato mandato all'avvocatura dello Stato per intentare causa civile alla Edison indicata come responsabile dell'inquinamento. Ma è la Edison, in serata, a rassicurare il ministro rispondendo che non ha alcuna intenzione di sottrarsi alla bonifica. Quindi i binari sono diventati tre.
TRIVELLE E BUFERA. Il no alla valutazione d'impatto ambientale (la Via) per le trivelle in Adriatico, scandito dal ministro in conferenza stampa, come «scelta politica», innesca persino un caso a Roma nella maggioranza di governo, cioè con la Lega e non solo. Un caso che spinge Costa, in serata, a minacciare le dimissioni (vedi l'articolo a pagina 8).
LA PRIMA STOCCATA. Ma a Pescara è un fiume in piena il ministro dei 5 Stelle che dà anche una stoccata a Luciano D'Alfonso, senza però citarlo, quando afferma che è stato un grosso errore svuotare il Masterplan per l'Abruzzo dei fondi per la bonifica dei Sir, i siti inquinati di interesse regionale. Commenta poi positivamente, elogiandole una per una, le proposte per l'ambiente del programma pentastellato che, prima di lui, Marcozzi ha illustrato alla platea di candidati, di ex forestali ma anche di esperti osservatori, come Luciano Di Tizio, responsabile regionale del Wwf. Per Costa sarà un bene anche la fiscalità di vantaggio per le aree dei parchi oppure il deciso no ai termovalorizzatori non solo perché evitabili potenziando gli impianti di riuso e il compostaggio di prossimità, sotto casa, ma soprattutto perché occorrono sette anni per costruirli e altri 20 per ammortizzarne le spesa. Ma tra 27 anni non ci saranno più impianti di Tmb (trattamento meccanico biologico) ed ecoballe da bruciare: «Che gli daremo da mangiare a questi termovalorizzatori?!», esclama Costa in napoletano doc.
RIGOPIANO E I PROGETTI. Sul dissesto idrogeologico cita la tragedia di Rigopiano, annuncia il potenziamento della Protezione civile e ricorda l'esistenza di 6,5 miliardi di fondi strutturali per prevenire le emergenze. Ma dà anche la seconda stoccata all'ex governatore D'Alfonso, sempre senza citarlo, criticando chi ha chiesto fondi sulla base solo di progetti preliminari: «Mancano i progetti cantierabili. Non si deve fare elettoralismo sul dissesto idrogeologico», dice. Arriviamo così al clou della mattinata: la sorpresa del decreto ambiente, che istituisce una commissione di esperti, firmato davanti al volto sorridente della Marcozzi e non in un'austera stanza ministeriale.
IN MUTANDE. «Chi ha inquinato lascia il territorio, daspo ambientale, e chi ha inquinato risponde di tutto il suo patrimonio che diventa patrimonio dello Stato. Col dovuto rispetto, chi ha inquinato deve andare via in mutande», argomenta Costa. «Chi inquina produce un disvalore sociale perché tocca la vita delle famiglie e io, come Stato, mi vado a prendere tutto il suo patrimonio. Si chiama inversione dell'onere della prova, legge Falcone e Borsellino. La applico all'ambiente», scandisce mentre firma il documento e tutti lo applaudono a cominciare dalla Marcozzi. La notizia diventa nazionale, per la felicità dei cinquestelle abruzzesi. L'obiettivo elettorale è centrato.

www.filtabruzzo.it ~ cgil@filtabruzzo.it