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Pescara, 28/04/2024
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Data: 26/01/2019
Testata giornalistica: Il Messaggero
Legnini: «La nostra avanzata ora preoccupa gli altri big»

PESCARA Ministri, sottosegretari, parlamentari, leader di partito e aspiranti tali in attesa del verdetto dei congressi. E' un via mai visto prima quello che sta caratterizzando la campagna elettorale a due settimane dal voto delle regionali. C'è chi dice: la scesa in campo di Giovanni Legnini ha scompaginato le carte e rianimato un centrosinistra dato per morto dopo le politiche del 4 marzo. Ecco perché l'ex vice presidente del Csm adesso fa paura e mobilita i vertici nazionali.
L'Abruzzo è solcato dai big nazionali in questi giorni. Sembra che Legnini cominci ad essere preso sul serio dagli avversari. Lei continua invece a fare da solo: un limite o un vantaggio?
«Sono tutt'altro che solo. Mi sembra che i leader nazionali di destra e pentastellati siano invece un po' preoccupati della grande avanzata del centrosinistra sulla mia candidatura e della straordinaria qualità e mobilitazione dei nostri cittadini. Io ho scelto di parlare agli abruzzesi e di difendere la nostra autonomia e il nostro orgoglio. Lo faccio con la libertà e l'indipendenza che mi appartengono e che sono la mia forza».
Bussi, Rigopiano, trivelle, terremoto..., improvvisamente c'è chi ha scoperto l'Abruzzo, le sue bellezze e le sue fragilità. Non crede che sarebbe necessario un approccio più pragmatico con l'elettorato, ammettendo le responsabilità e i limiti di tutti?
«E' quello che sto facendo. I capi partito che stanno scoprendo solo ora l'Abruzzo, dopo le elezioni non li vedremo più. Ciò che più mi colpisce è che non stanno prendendo nessun impegno concreto e verificabile. Stanno solo utilizzando alcuni tragici eventi per fini elettorali».
Ciascuno con il suo brand, si direbbe.
«A Roma litigano su tutto: Lega contro 5 stelle, Forza Italia e Fratelli d'Italia contro entrambi i partiti di governo. Qui sembrano uniti solo dalla volontà di impedire che io sia il presidente di questa Regione e che la nostra coalizione vinca. Ma sono convinto che gli abruzzesi sapranno scegliere la persona più adatta a guidarli nei prossimi 5 anni. Dovranno decidere tra me, un cittadino romano e una persona che risponde alla Casaleggio & associati».
Se dopo il 10 febbraio dovesse toccare a lei la guida dell'Abruzzo, cosa teme di più nella interlocuzione con il governo nazionale?
«Non ho nessun timore. Conosco troppo bene le massime istituzioni nazionali e chi le rappresenta, anche in questa fase storica. Le ragioni dell'Abruzzo saranno fatte valere da me con forza anche in virtù della mia libertà da vincoli e condizionamenti. I miei avversari invece sono dipendenti dalle volontà romane».
Il suo progetto nuovo di coalizione è visto oggi come una sorta test nazionale per il centrosinistra. Avverte questa responsabilità?
«Avverto innanzitutto un grande entusiasmo attorno a me e la responsabilità di rappresentare tutti gli abruzzesi, di favorirne le aspirazioni e promuoverne i progetti. Se poi la proposta politica che abbiamo promosso, di una nuova alleanza civica, riformista e popolare, sarà capace di dare segnali anche alla politica nazionale, ne sarò ovviamente felice».

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