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Data: 23/01/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Taglio ai vitalizi, gli ex parlamentari fanno le barricate

ROMA E’ un classico della commedia all’italiana: leggi o consuetudini nate per tutelare la povera gente diventano baluardi (quasi) inespugnabili dei privilegiati o dei furbetti. Che ripetono all’infinito un urlo di battaglia ”sociale”, sempre lo stesso: i diritti acquisiti non si toccano. Che lo urli il cinquantenne andato a riposo per qualche cavillo dribblando l’innalzamento dell’età pensionabile oppure il falso invalido di turno o l’ex deputato magari con pochi giorni di servizio non ha più importanza ormai. Il ”diritto acquisito” è emblema e patrimonio collettivo di una certa Italia che non intende fare i conti con se stessa, figuriamoci quelli con la collettività.
L’ennesimo episodio di questa telenovela è accaduto ieri pomeriggio durante i lavori della Commissione Affari Costituzionali della Camera dedicati all’esame della decina di disegni di legge che prevedono la riduzione o l’abolizione - anche retroattiva - dei vitalizi per gli ex parlamentari e per gli ex consiglieri regionali.
Ieri i deputati hanno sentito i rappresentanti di queste due categorie. Per gli ex parlamentari sono intervenuti il presidente dell'Associazione, Gerardo Bianco, e Antonello Falomi i quali hanno sottolineato che l'indennità è prevista dalla Costituzione proprio «per sottolineare la speciale funzione che all'istituto parlamentare viene assegnata». «Se l'indennità fosse considerata alla stregua del corrispettivo di una prestazione di lavoro - ha sottolineato sarcasticamente Bianco - non ci sarebbe alcun bisogno di stabilirlo in Costituzione: basterebbero i contratti di lavoro».
Quindi l'indennità parlamentare stabilita dalla Carta «è finalizzata a garantire che tutti, senza discriminazioni di censo, possano svolgere l'attività parlamentare e che la possano svolgere senza condizionamenti e in condizioni di libertà. Garanzie che non sarebbero tali se cessassero di esistere con la fine del mandato parlamentare».
Durissimo, così come riportato dall’Ansa, il giudizio di Aldo Bottin, presidente dell'Associazione Consiglieri ed ex consiglieri regionali: «le proposte di legge incrociano tutte forti motivi di incostituzionalità, in contrasto con la Corte Costituzionale, con la Corte di cassazione, con la Corte dei diritti dell'uomo Europea»; quindi «non possono rappresentare una base legale di riferimento per costruire la soluzione del problema». Inoltre risulterebbe incostituzionale la retroattività «che incide sui diritti acquisiti».
Ma anche i proponenti dei ddl ”anti-vitalizio” non sono stati meno puntuti. «I diritti acquisiti non si toccano ma i privilegi si limano», ha dichiarato Enrico Zanetti, segretario di Scelta civica che da tempo si batte per un ricalcolo dei vitalizi.
Fra i disegni di legge in discussione si segnala in particolare quello del deputato Pd Matteo Richetti che in 14 articoli equipara al 100% il trattamento pensionistico dei vecchi deputati al sistema contributivo valido per tutti gli italiani. Se mai questa proposta venisse approvata verrebbero ricalcolati (dall’Inps) tutti i vitalizi sulla base dei contributi versati eliminando tra l’altro il fenomeno che consente a parecchie decne di ex deputati eletti per pochi giorni di percepire a vita somme spropositate.

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