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Pescara, 26/04/2024
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Data: 16/01/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Corridoio Baltico ora l’Europa è più vicina. Ieri il summit a Pescara D’Alfonso: «Recuperato il troppo tempo perduto».

PESCARA Luciano D'Alfonso li ha portati tutti in riva all'Adriatico, nella suggestiva cornice dell'Aurum di Pescara, per chiudere il «Patto della connettività» tra Governo, Regioni interessate e Europa sul famoso Corridoio Baltico che dovrà attraversare l'intera dorsale Adriatica, sino a Brindisi, e non fermarsi più, come avviene oggi, a nord delle Marche. Un passaggio che segue quello fondamentale del 28 ottobre quando, con il voto del Parlamento europeo riunito in seduta plenaria, è stato messo in cassa l'emendamento Paolucci che fa di questa infrastruttura strategica una condizione fondamentale per la nascita della Macroregione Adriatico-Ionica. Sino ad oggi siamo alle alzate di mano in aula e alla sottoscrizione del Patto per la connettività dell'Adriatico, che impegna Regioni e altri enti a sviluppare congiuntamente interventi sull'area Adriatico-ionica di valore aggiunto europeo. Ora servono i soldi. E tanti.
Ma l'importante, segnala D'Alfonso, è avere recuperato il grande tempo perduto: «L'Europa che verrà è anche spostamento veloce di merci e persone, altrimenti resta un'operazione di cancelleria». Accanto a lui Nikola Dobraslavic, presidente dell'Assemblea generale dell'Euroregione Adriatico-Ionica e della Contea di Dubrovnik, che parla dell’intensa giornata di lavoro: «A Pescara illustriamo il nostro piano di azione e il principale argomento sarà la connettività dell'Appennino e dell'Adriatico dell'Est. Una strategia portata avanti dal Governo, ma senza l'impegno delle Regioni tutto sarebbe inutile».
FARE SQUADRA
Parola d'ordine: fare squadra. Ecco perché al meeting dell'Aurum D'Alfonso ha voluto anche i presidenti di Marche, Molise e Puglia, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Sandro Gozi il vice presidente della Regione di Tirana Aldrin Dalipi, i rappresentanti croati, l'europarlamentare Massimo Paolucci, «l'eroe di Strasburgo» per D'Alfonso, che il 28 ottobre ha messo a segno il colpo più grosso e ora sottolinea: «Quello che sembrava impossibile lo abbiamo portato a casa con un emendamento di otto parole, facendo un ponte che deve avere due pilastri: uno in Italia e uno nei Balcani. Questa è l'idea».

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