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Pescara, 26/04/2024
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Data: 05/04/2019
Testata giornalistica: Il Messaggero
Camorra, indagine sui lavori alla stazione di Avezzano

Ci sono anche lavori alla stazione di Avezzano, tra gli appalti su cui indaga la Procura distrettuale antimafia di Napoli, nell'inchiesta su presunte infiltrazioni di camorra nelle gare di Rfi (Ferrovie dello Stato). Un filone investigativo che ha portato a diverse perquisizioni dei carabinieri di Caserta, anche negli uffici di Rete ferroviaria italiana. Gli indagati risultano una decina, per corruzione e turbativa d'asta aggravate da finalità mafiose. Ma le figure chiave sono i fratelli imprenditori Nicola e Vincenzo Schiavone, cui si contesta anche il reato associativo. Sono imparentati con il capoclan casalese Francesco Schiavone Sandokan, da 20 anni al 41bis.
Alla stazione di Avezzano comunque i lavori ancora non sono iniziati e una data certa ancora non c'è, ma è sicuro, conferma la Polfer, che l'iter per avviare la riqualificazione della stazione sta procedendo senza intoppi. Dopo aver redatto il progetto definitivo, già consegnato agli enti di competenza per le necessarie autorizzazioni, Rfi si sta infatti occupando del progetto esecutivo e ha già chiaro in mente come ridisegnare la stazione che, dopo i lavori, diventerà sempre di più un'importante porta d'accesso in città. Tornando alle indagini i pm della Procura di Napoli, ipotizzano che gli Schiavone avrebbero comprato funzionari e dirigenti del colosso di Stato, offrendo benefit e soggiorni in alberghi della Costiera, ma non solo. Tra le persone perquisite figurano l'imprenditore Nicola Schiavone; Massimo Iorani, responsabile della direzione acquisti di Rfi; Paolo Grassi, dirigente di produzione, e Giuseppe Russo, dirigente del dipartimento trasporti di Napoli
MINACCE A GIORNALISTA
Due giovani di Avezzano dovranno comparire davanti al giudice monocratico del tribunale di Avezzano con l'accusa di minacce aggravate e violenza privata. Si tratta dei fratelli Antonio e Aldo Ranieri, di 29 e 33 anni, difesi dall'avvocato Roberto Verdecchia. Su Facebook, via email e con messaggi vocali avevano scritto frasi intimidatorie alla giornalista Magda Tirabassi, difesa da Federica Federici. Tipo: Ti ammazzo di botte, ti strappo il cuore, ti do fuoco. I fatti risalgono a giugno 2017 per un servizio sulla morte di Matteo Mirasole, loro amico, il giovane avezzanese scomparso in circostanze poco chiare nella clinica di Colle Cesarano a Villa Adriana di Tivoli.

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