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Pescara, 27/04/2024
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Data: 11/01/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Quarto, caos 5Stelle il sindaco nel bunker. Grillo: «Dimettiti». Bufera nel movimento. Flash mob in difesa della Capuozzo, ma il leader: l’esempio vale più della poltrona. Lei prova a resistere.

ROMA La giornata era cominciata all’insegna della resistenza per Rosa Capuozzo. Ed è finita a contare uno per uno i suoi 17 consiglieri di maggioranza per tentare in ogni modo di andare avanti e disobbedire a Beppe Grillo che ieri l’ha licenziata in diretta, via blog. Aveva compreso che a Milano, la Casaleggio associati, aveva già deciso per lei le dimissioni. Ma nonostante questo, ha deciso di rilanciare. Ha pubblicato un video su facebook che ha precisato «non è stato concordato con il Movimento, né a livello locale, né con i vertici nazionali» e ha ripercorso tutte le vicende amministrative finite nell’occhio del ciclone. E poi ha sistematicamente sbandierato sul suo profilo tutte le manifestazioni pubbliche di solidarietà ricevute nelle ultime ventiquattro ore.
Il primo a schierarsi dalla sua parte è stato il collega parmigiano Federico Pizzarotti, poi è arrivato il sostegno del giudice Ferdinando Imposimato che per difenderla ha smontato la richiesta di dimissioni piovuta dallo scrittore Roberto Saviano. L’autore di Gomorra aveva giudicato Rosa colpevole di «incapacità politica». Che poi è la stessa conclusione alla quale è pervenuto il direttorio cinque stelle sfiduciandola via blog. Ma lei non si è persa d’animo e si è presentata in ritardo in piazza, a Quarto, alla manifestazione organizzata per lei dagli attivisti 5 stelle. Mentre raggiungeva la folla ha appreso la notizia della richiesta di dimissioni arrivata sul blog.
UNA NOTA GELIDA

Una comunicazione ragionata e fredda, in cui si riconoscono i toni del vicepresidente della Camera. Così nel tardo pomeriggio di ieri, a Milano decidono di premere «invio» e pubblicano il comunicato «Dimissioni, perché sì», una sorta di armistizio con gli avversari che ha due funzioni: la resa e l’avvertimento che, grazie al sacrificio di Rosa, la campagna elettorale per le amministrative non farà sconti e gli attacchi giudiziari dei 5 stelle diventeranno più feroci. Il post esordisce così: «La strada dell'onestà ha un prezzo. Il prezzo è dover essere, sempre, senza eccezione alcuna, al di sopra di ogni sospetto». Le presunte colpe della sindaca si leggono in controluce nel comunicato dove si ammettono tutti gli errori indicati dal Pd. «C'è il sospetto che alcuni voti fossero stati inquinati – si legge - Occorrono decisioni ferme per dimostrare che nessun infiltrato controllerà mai il M5S. E siamo pronti a tornare alle urne quando vi è il sospetto che qualcuno ci abbia provato». Tutta un’altra storia rispetto alle prime giustificazioni per cui i voti del consigliere grillino indagato non erano stati determinanti. Ecco perché il ragionamento a freddo termina chiedendo «con fermezza a Rosa Capuozzo di dimettersi e far tornare ad elezioni Quarto».
NIENTE PRESUNZIONE

D’altronde era Luigi Di Maio che qualche settimana fa in un’intervista era stato lapidario: «Non sono a favore della presunzione d' innocenza per i politici». E sebbene Capuozzo non sia indagata, Di Maio ha deciso che fosse meglio un passo indietro in vista delle prossime amministrative. Capuozzo ha incassato il colpo, è stata incitata dalla folla, con grande calore, a non dimettersi. «Continua a combattere» le hanno gridato. E lei di rimando: «Continueremo a lottare su Quarto». Poi, in un palchetto improvvisato, ha invitato pubblicamente Luigi Di Maio e Roberto Fico «a partecipare a una manifestazione a Quarto con tutto il Movimento 5 Stelle contro la camorra». Una manifestazione che non era in programma, una trovata che ha il sapore della sfida, dice chi le sta vicino, per guardare a quattr’occhi i colonnelli campani pentastellati che l’hanno accompagnata durante tutta la sua campagna elettorale, appena cinque mesi fa, e che poi non si sono più fatti vedere.

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