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Data: 10/06/2019
Testata giornalistica: AbruzzoWeb
Salvataggio Alitalia: Toto corre ancora, gruppo abruzzese convocato da Fs

L'AQUILA - La holding dell'abruzzese Carlo Toto, che gestisce le autostrade abruzzesi e laziali A24-A25, è ancora in piena corsa nel salvataggio della compagnia di bandiera Alitalia, sull'orlo del baratro e che perde 700 mila euro al giorno.
La capofila dell'operazione, Ferrovie dello Stato, assieme al Ministero dell'Economia, e all'americana Delta Airlines, pronte tutte insieme a farsi carico del 70 per cento delle quote, si appresta a convocare tutte le società che hanno dato disponibilità al salvataggio, entro la scadenza del 15 giugno.
Tra queste c'è di Renexia, società guidata da Riccardo Toto, uno dei quattro figli del patron del gruppo, Carlo, che già si è detta disponibile a farsi carico del 30 per cento delle quote mancanti. Il patron pescarese Carlo Toto ha il “pallino” degli aerei visto che ha già avuto un’avventura, non fortunata, con Airone poi acquisita da Alitalia.
L’interessamento del gruppo industriale pescarese in uno scenario di mezze ammissioni e smentite alla base della complessa e delicata tattativa ha sullo sfondo il rapporto a due facce con il Movimento Cinque stelle titolare delle due “attività”: da una parte la conflittuale interlocuzione della concessionaria autostradale Strada dei Parchi con il ministro per le Infrastrutture e Trasporti Danilo Toninelli, dall’altra l’intesa e la cordialità del clima con il vice premier e ministro per lo Sviluppo Luigi Di Maio.
Per quanto con Toto sia in corso un serrato scontro sulla messa in sicurezza dell'autostrada, sul rinnovo del piano economico e finanziario (Pef) con lo sblocco del mega progetto di messa in sicurezza strutturale e sul possibile aumento dei pedaggi, nonostante l'aperta ostilità in casa pentastellata, quella di Renexia è considerata oramai dal governo giallo-verde come una concreta ipotesi alternativa, a seguito di un probabile, per non dire certo, passo indietro di Atlantia della famiglia Benetton, tra le più importanti concessionarie autostradali italiane, entrata nell'occhio del ciclone dopo il crollo del ponte Morandi di Genova.
Ad affondare il coinvolgimento di Atlantia, l'approvazione della norma nello Sblocca Cantieri che permetterebbe di revocargli con più facilità la concessioni autostradali, anche prima dell'accertamento delle responsabilità della tragedia di Genova, per il quale sono inquisiti i vertici della società.
Provvedimento percepito come una dichiarazione di guerra, che non incoraggia certo Atlantia a togliere dal fuoco una delle castagne più bollenti per il governo giallo verde, partecipando al salvataggio della compagnia di bandierache ha la bellezza di 3,2 miliardi di euro di debiti, con un prestito ponte del governo di 900 milioni di euro, in scadenza a 30 giugno del 2019. Senza avere nulla in cambio.
Resterebbe dunque scoperto il 30 per cento delle quote. E anche la soluzione di un coinvolgimento della Cassa deposti e prestiti, trova la fortissima contrarietà come illustra Milano & finanza, da parte di due azionisti di peso, Inail e Inarcassa.
Una nazionalizzazione sarebbe poi bocciata da Bruxelles, e l'ipotesi di salvataggio da parte della francese Lufthansa, comporterebbe un costo sociale altissimo, ovvero licenziamenti di massa. Scenario che il governo giallo-vede, e in primis il vicepremier e ministro dell'economia Luigi di Maio non possono permettersi.
Renexia si era detta disposta a far fronte ad un esborso di circa 250 milioni. Il gruppo Toto i soldi per entrare in Alitalia ce li avrebbe, avendo in cassa la liquidità sufficiente per l'operazione dopo la cessione a Edf di UsWind, la società americana che detiene il parco eolico più grande del mondo.
Certo è che anche il rapporto tra Gruppo Toto e governo non è certo rose e fiori.
Il 30 giugno potrebbero scattare aumenti del 19 per cento sull'autostrada A24 e A25, gestita dal gruppo attraverso Strada dei Parchi, e i sindaci e cittadini sono sul piede di guerra, e con loro tutti gli esponenti di Lega e Movimento 5 stelle.
Ha lasciato un ferita lungi dal rimarginarsi il clamoroso ultimatum di Strada dei Parchi di chiudere il 19 maggio, nientemeno che il traforo del Gran Sasso, per evitare la "reiterazione del reato", visto che i vertici della società, assieme a quelli dei Laboratori di fisica nucleare del Gran Sasso e della Ruzzo Reti, sono sotto inchiesta dalla Procura di Teramo, per gli sversamenti di sostanze pericolose avvenute sotto il traforo.
Poi la chiusura è stata evitata, dopo la levata di scudi dei territori e di la politica di ogni ordine grado, grazie al via libera alla dichiarazione di stato di emergenza, all'arrivo di un commissario per i lavori di messa in sicurezza, a carico dello Stato.
Come se non bastasse Strada dei Parchi ha ingaggiato una furibonda battaglia con il ministro pentastellato alla Infrastrutture Danilo Toninelli, intorno ai 192 milioni di euro attesi da mesi e non ancora sbloccati, necessari alla messa in sicurezza dei piloni dell'autostrada che corre in zone fortemente sismiche, bloccati da cavilli burocratici, secondo il Mef, stornati poi per ben 80 milioni come ha denunciato la deputata del Partito democratico Stefania Pezzopane.
Eppure, come rivelato da Repubblica a coinvolgere a inizio maggio il gruppo Toto nel salvataggio di Alitalia, è stato lo stesso Di Maio. Trattativa prima smentita da dal vicepremier, anche per l'imbarazzo che ha creato nel suo partito, soprattutto in Abruzzo. Poi nella sostanza confermato, precisando che "Se vogliono entrare in Alitalia non possono pensare di comprare il silenzio. Quello che si sta facendo al Ministero delle Infrastrutture non deve assolutamente incrociarsi con quanto sta accadendo al Ministero dello sviluppo economico”.
Ovvero, in ogni caso, nessun trattamento di favore nella partita delle concessioni autostradali. Resta da vedere, se la holding di Toto, a differenza di Altlantia, andrà al capezzale di Alitalia, per solo amor patrio.

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