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Data: 03/11/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Proiettile e minacce per Paolucci e Pupillo. Plico con un calibro 9 inviato erroneamente al "prefetto Borzacchiello". Nel mirino anche D'Alfonso, Pepe, Flacco e Orsatti

CHIETI Una busta contenente un proiettile calibro 9 e una lettera con minacce di morte è arrivata ieri mattina negli uffici della prefettura di Chieti. Nel mirino di un anonimo, in base a quanto trapela, sono finiti in sei: il senatore Pd Luciano D'Alfonso (ex governatore d'Abruzzo), gli assessori regionali alla sanità Silvio Paolucci e all'agricoltura Dino Pepe, il manager della Asl di Lanciano Vasto Chieti Pasquale Flacco, il direttore della stessa azienda sanitaria Vincenzo Orsatti e il sindaco di Lanciano e presidente della Provincia di Chieti Mario Pupillo. La busta è indirizzata al «prefetto Ruggiero Borzacchiello». Chi l'ha inviata ha però commesso un errore grossolano: Borzacchiello è, infatti, il questore di Chieti mentre il prefetto è Antonio Corona, che nella missiva non viene menzionato. Sull'indagine portata avanti dalla polizia teatina c'è massimo riserbo. L'inquietante episodio si registra dopo le due lettere di minaccia arrivate nei mesi scorsi negli uffici della giunta regionale dell'Aquila: erano indirizzate a Paolucci e contenevano riferimenti a vicende del mondo della sanità, pur essendo messaggi pieni zeppi di errori e di frasi confuse, sconnesse e farneticanti. In base alle prime ipotesi, anche la busta giunta a Chieti potrebbe essere collegata ai casi precedenti. Ieri l'allarme è scattato nella tarda mattinata quando qualcuno, in prefettura, si è accorto che - tra la corrispondenza consegnata dal postino come ogni giorno - c'era anche una lettera contenente un oggetto metallico e cilindrico. Un proiettile, appunto. Immediatamente è scattata la segnalazione alle forze dell'ordine e sono partiti gli accertamenti della Digos che, nelle prossime ore, depositerà una prima informativa in Procura. L'inchiesta, almeno per adesso, è contro ignoti. Busta e contenuto sono stati consegnati alla polizia Scientifica per rilevare eventuali impronte e tracce utili a risalire all'anonimo autore.Nelle precedenti lettere gli investigatori avevano imboccato una pista che portava nel Vastese. Ora bisognerà vedere se anche in quest'ultima circostanza verranno trovate analogie. «Credo che si tratti di un gesto individuale di uno sconsiderato», aveva commentato Silvio Paolucci lo scorso maggio, «che nulla ha a che vedere con l'imbarbarimento del confronto politico che pure purtroppo c'è e che riguarda l'utilizzo di aggettivi e sostantivi a mio avviso sbagliati». In passato Paolucci aveva ricevuto minacce di morte anche attraverso Facebook. Questo il contenuto del messaggio di un anonimo che si era registrato sul social network con un nome falso, spacciandosi per docente di una scuola superiore di Chieti: «Fa sapere che ti attrezzo un bel giro a vedere se la pallottola la merita in busta o direttamente in fronte. La risposta te la dai tu...». La frase, contestualizzata in una critica più ampia che l'autore del post fa agli ospedali abruzzesi e all'assessore, è una minaccia gravissima che Paolucci ha deciso di non ignorare. E con l'ultima lettera arrivata negli uffici della prefettura di Chieti il giallo s'infittisce.

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