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Data: 05/11/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Abruzzo verso le regionali - Fdi e Lega accusano Martino «Indebolisce il centrodestra». Il vice di Pagano sott'attacco per aver detto che tocca a Forza Italia scegliere I coordinatori Sigismondi, Morra e Bellachioma danno lo stop al deputato

PESCARA Antonio Martino ha un effetto clamoroso nel centrodestra abruzzese. Fratelli d'Italia e Lega accusano l'esponente di Forza Italia, vice di Nazario Pagano, di puntare a indebolire la coalizione al punto da comprometterne la vittoria. A Martino che, di fronte a una preoccupante stasi politica che ritarda la campagna elettorale per le regionali, ha ipotizzato un cambio di testimone tra Fdi e gli azzurri nella scelta del candidato presidente, ribatte Etel Sigismondi. E lo fa in modo caustico: «Ciò che afferma è assolutamente falso. Il rovesciamento del tavolo nazionale tra Abruzzo e Basilicata, tra noi e Forza Italia, non ha riscontri», esordisce il coordinatore di Fratelli d'Italia.
AUTOSMENTITA. «Abbiamo notizie che esponenti regionali di Forza Italia hanno chiesto ai propri referenti romani di modificare le indicazioni date dal tavolo nazionale, ma i loro vertici hanno confermato che spetta a noi designare il candidato governatore. Forza Italia nazionale li smentisce», svela Sigismondi, «non capisco perché si sta continuando a cercare di generare una confusione che rischia di indebolire il centrodestra. Invito Forza Italia ad avere maggiore serenità nelle comunicazioni».GUERRA CALDA. Allora quando si chiuderà il cerchio sul nome del candidato? «Finora solo Fratelli d'Italia si è data da fare», risponde Sigismondi, «penso che il tavolo nazionale si voglia occupare contemporaneamente di tutte le regioni in cui si vota, ma a questo punto è meglio stralciare l'Abruzzo altrimenti non si farà mai giorno. Mi appello agli alleati abruzzesi di chiedere insieme a noi la convocazione urgente del tavolo abruzzese». Ma è sicuro che non c'è una guerra fredda in corsa tra Berlusconi e Salvini? «Sono convinto di no perché tutte le forze del centrodestra hanno la convinzione che solo l'unità ci porterà alla vittoria», taglia corto Sigismondi.
STOCCATA A PAGANO. Allora perché pochi giorni fa Pagano, a Roma, a margine della riunione dei coordinatori regionali di Forza Italia, ha espresso a Berlusconi un veto sulla terna da proposta da Fratelli d'Italia? In sintesi Giandonato Morra, Marco Marsilio e Massimiliano Foschi sono, per il leader locale degli azzurri, ottime persone ma con radici non abruzzesi. Come gli risponde? «Purtroppo», ribatte Sigismondi, «non è la prima volta che Forza Italia sottovaluta le nostre candidature. Era già successo quando all'Aquila ho proposto Pierluigi Biondi e le preoccupazioni di Pagano sono state poi smentite dai fatti. Quindi se ora lui e Martino sono preoccupati vuol dire che il centrodestra vincerà le regionali perché le persone messe in campo da Fratelli d'Italia sono tutte assolutamente valide, capaci di intercettare il consenso degli elettori e di governare bene l'Abruzzo». A meno che Forza Italia non rilanci facendo l'esempio contrario della sconfitta a Teramo... «E io rispondo», conclude Sigismondi, «che anche su Teramo Morra è stato un valore aggiunto per tutto il centrodestra che, senza di lui, non sarebbe neppure arrivato al ballottaggio».
L'IRA DI MORRA. Chiamato in causa, Morra, rincara la dose contro Martino: «Perché quando il tavolo nazionale gli ha dato il collegio sicuro dell'Aquila per lui valeva e adesso non vale più?», chiede il possibile candidato presidente. «Martino si liberi dalla sua sindrome da collegio sicuro, esca dal suo corpo, perché il tavolo nazionale che ha deciso di affidare a Fratelli d'Italia il compito di scegliere la terna di candidati presidente ha una sua valenza. E comunque senza le alte percentuali di Fdi nel collegio dell'Aquila non sarebbe scattato il seggio per il pescarese Martino che oggi dovrebbe sdebitarsi dando un suo contributo fattivo. Ma purtroppo non lo fa».
SUL CARROCCIO. Infine la Lega che, per bocca di Giuseppe Bellachioma, fa sapere che la pietra lanciata da Martino nello stagno della politica rappresenta: «Dichiarazioni prive di umiltà e rispetto non solo verso la Lega che in Abruzzo, forte nei sondaggi ma coerente verso gli accordi nazionali, con serietà è pronta alla battaglia per vincere le elezioni e sostenere colui che dovrà rappresentare l'intera coalizione, ma soprattutto verso il popolo che ci vuole vedere tutti uniti».

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