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Data: 02/09/2011
Settore:
Politica interna
LA CGIL SPACCA L'OPPOSIZIONE, TRE EX SEGRETARI DELLA CISL CONDANNANO LO SCIOPERO GENERALE - Franco Marini e Sergio D'Antoni del Pd e Savino Pezzotta dell'Udc bocciano la mobilitazione della Cgil contro la manovra del Governo - Rassegna stampa - Marini e D'Antoni: i furbetti con la doppia pensione

In un contesto alquanto bizzarro nel quale la tanto discussa manovra economica del governo, suscita appassionate contestazioni su tutti i fronti e da parte di tutti gli schieramenti politici sia di maggioranza che di opposizione, sta sollevando inutili polemiche ed evidenti contraddizioni, la legittima decisione della Cgil di proclamare uno sciopero generale contro provvedimenti indubbiamente iniqui e che ancora una volta andranno a colpire i settori più svantaggiati della società.



Così mentre assistiamo quotidianamente ad iniziative e prese di posizione non di poco conto e, comunque avverse ai contenuti previsti dalla manovra, risulta davvero singolare che, ad esempio, una clamorosa contestazione di tutti i sindaci dei comuni italiani (di centro destra e di centro sinistra), contro gli ingenti tagli previsti per gli enti locali, passi come un evento del tutto naturale, contrariamente alla mobilitazione di lavoratori e pensionati organizzata per il prossimo 6 settembre dalla Cgil che invece trova un inconsueto e non richiesto spazio critico nel dibattito politico.



Con una paradossale incoerenza tipicamente italiana, ci troviamo costretti a subire le opinioni di politici e giornalisti che in una fase assai drammatica di crisi economica, pongono incredibilmnete sullo stesso piano lo sciopero proclamato da 800 calciatori, aldilà delle legittime rivendicazioni, con quello programmato dalla Cgil a salvaguardia di milioni di cittadini di questo paese appartenenti principalmente alle fasce più deboli (lavoratori dipendenti, pensionati, giovani) e che saranno i soli ed unici destinatari di quelle misure adottate intenzionalmente dal governo per sanare il debito pubblico.



Passi pure che critiche e contestazioni alla decisione assunta dalla Cgil provengano dal Governo e dagli stess mass media vicini alle posizioni del Premier, ma se poi ad accusare Susanna Camusso sono gli stessi personaggi che qualche mese fa, prima ancora di questa contestatissima manovra, presentarono una mozione di sfiducia sull'operato dell'intero Esecutivo e, ancora oggi esprimono pesantissimi giudizi sulle misure anticrisi proposte dal Ministro Tremonti, vuol dire che non è esagerato definire tutto ciò semplicemente assurdo.



Tra gli esponenti politici di opposizione che in questi giorni si sono particolarmente distinti nell'attaccare la Cgil e il proprio Segretario Generale, spiccano alcuni ex Segretari Generali della Cisl, attualmente rappresentanti in Parlamento di quelle stesse forze politiche che per l'appunto qualche mese fa non esitarono a chiedere la testa del Governo, arrivando ad auspicare finanche nuove elezioni.



FRANCO MARINI - Cominciamo da Franco Marini (nella foto a destra), politico abruzzese. È stato segretario nazionale della CISL tra il 1985 e il 1991, Presidente del Senato, ministro del Lavoro, segretario del Partito Popolare Italiano e parlamentare europeo. Attualmente è senatore iscritto nel Partito Democratico. Queste le sue dichiarazioni:



«Lo sciopero generale è uno strumento vecchio di trent'anni, pesante per i lavoratori e che peraltro - sottolinea l'ex segretario nazionale della Cisl - dovrebbe rappresentare l'arma da mettere in campo solo come ultimo atto nelle trattative». Marini attacca la Cgil e difende quindi la scelta di Cisl e Uil: «È questo senso di autosufficienza che mi colpisce, e mi sorprende, nella decisione della Cgil - e poi aggiunge - La proposta di una grande manifestazione, magari da tenere di sabato, Cisl e Uil l'avevano lanciata. Una giornata di mobilitazione, senza per forza indire uno sciopero generale, per chiedere al governo una manovra più equa e più giusta».



SERGIO D'ANTONI - Sergio D'Antoni (nella foto a sinistra), siciliano di Caltanissetta. È stato esponente sindacale, ricoprendo il ruolo di Segretario Nazionale della Cisl fino al 2000 anno in cui cedette l'incarico al suo successore Savino Pezzotta. Dopo aver lasciato il sindacato ed aver militato in più forze politiche di centro destra, decide di confluire nell'Udc che nei primi anni 2000 risultava alleato della Casa delle Libertà. La militanza di D'Antoni nell'UDC, tuttavia, è interrotta nel 2004, quando l'ex sindacalista decide di abbandonare polemicamente la Casa delle Libertà e la coalizione del Governo Berlusconi accusandolo di avere scarsa incisività nelle politiche per il Mezzogiorno. Così decide di aderire al progetto politico di Uniti nell'Ulivo, che si materializza in occasione delle elezioni europee del 2004. In rappresentanza della stessa Margherita, infatti, viene eletto deputato nel collegio uninominale di Napoli-Ischia alle elezioni suppletive dell'ottobre 2004. Alle elezioni politiche del 2006 viene riconfermato a Montecitorio, eletto nella circoscrizione Sicilia 1 per la lista unitaria dell'Ulivo: entra a far parte del governo di centrosinistra, guidato da Romano Prodi, in qualità di viceministro allo Sviluppo Economico. Alle elezioni politiche dell'aprile 2008 è stato riconfermato deputato nazionale nelle liste del Partito Democratico per la camera dei deputati nella circoscrizione Sicilia I. Attualmente è responsabile nazionale Pd dell'organizzazione e delle politiche sul territorio e Vice Presidente della Commissione Finanze della Camera dei deputati. Queste le sue dichiarazioni sullo sciopero della Cgil:



«Lo sciopero generale della Cgil è semplicemente assurdo. E' una fuga in avanti - sottolinea l'ex segretario nazionale della Cisl D'Antoni - che rischia di creare una confusione strumentalizzabile da un governo che non aspetta altro per dividere il mondo del lavoro».



SAVINO PEZZOTTA - Chiudiamo con Savino pezzotta (nella foto al centro), bergamasco. Nel dicembre del 1998, entra a far parte della Segreteria Confederale della Cisl di cui è segretario Sergio D'Antoni, dove in seguito assume le funzioni di Vicario. Il 4 dicembre 2000, viene eletto Segretario Generale della Cisl, incarico che gli venne riconfermato, con il più ampio consenso di voti, dal Primo Consiglio Generale della Cisl, sia dopo il XIV Congresso del Giugno 2001 che dopo il XV Congresso del luglio 2005.

È promotore dell'accordo "Patto per l'Italia", attuato con l'obettivo di rinnovare la contrattazione e la gestione del mercato del lavoro e di vivere positivamente e senza legami politici l'autonomia sindacale di cui è forte e intransigente assertore.

A fronte del governo Berlusconi che non mantiene gli impegni assunti nell'accordo sottoscritto, dà avvio a una fase di mobilitazione e recupera l'unità d'azione con la CGIL di Guglielmo Epifani.

Al sorgere di questioni interne, relative ai tempi della successione , mantenendo fede alla convinzione che l'unità del sindacato sia sempre un bene e volendo evitare la rottura nella Cisl, si dimette dall'incarico nel 2006, poco prima delle consultazioni politiche del 9 e 10 aprile, per "rimarcare l'autonomia del sindacato di fronte alle elezioni", come affermato in una nota.

L'8 febbraio 2008 partecipa alla costituzione del movimento politico della Rosa per l'Italia, di cui diventa presidente. È stato fautore dell'accordo elettorale con l'Unione dei democratici Cristiani (UCD) che ha dato vita all'Unione di Centro (UDC), con la quale si candida alle elezioni politiche del 2008. È tra i promotori della Costituente di centro.

Queste le sue dichiarazioni sullo sciopero della Cgil:



«Capisco che la Cgil abbia bisogno di costruire una rappresentazione di sé. Tuttavia oggi governo e maggioranza, principali responsabili di una conduzione disastrosa della politica economica, sono in grandi difficoltà ed è possibile far scoppiare molte contraddizioni nell’esecutivo, nel Pdl e anche lungo l’asse Lega-Pdl. E invece questo sciopero ricompatta il bunker berlusconiano».. Netto il giudizio che Savino Pezzotta riserva alla Cgil sul piano sindacale «Vedo tre negatività. Primo: va battuto il concetto che la Fiom sia il tempio del sindacato quando il sindacato è plurale. Secondo: in concreto non vedo come possa essere definito generale uno sciopero proclamato solo da una organizzazione. Terzo: la Cgil contraddice quanto ha fatto prima della manovra firmando un documento assieme agli altri sindacati e alla Confindustria nel quale tutti insieme si premeva sul governo»..

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